giovedì 10 ottobre 2013

Mafia, «dimezzare pena per concorso esterno»
Proposta da senatore Pdl, Schifani lo richiama


IL TESTO IN COMMISSIONE GIUSTIZIA


«Niente carcere per chi svolge attività sotterranea»
Da Dell'Utri a Cosentino ecco chi potrebbe beneficiarne

Renato Schifani, capogruppo del Pdl al Senato (Ansa)Renato Schifani, capogruppo del Pdl al Senato (Ansa)
Condanna dimezzata per concorso esterno in associazione mafiosa e niente carcere e intercettazioni per chi svolge attività sotterranea di supporto ai componenti dell'associazione mafiosa, salvo dimostrare che c'è un profitto. E' quanto prevede un testo del Pdl appena assegnato alla commissione Giustizia del Senato, prima firma Guido Compagna, relatore Giacomo Caliendo, e di cui potrebbero beneficiare tra gli altri Marcello Dell'utri, Nicola Cosentino e Raffaele Lombardo. Una proposta che ha subito scatenato forti polemiche, al punto da richiedere l'intervento di Renato Schifani, capogruppo pidiellino a Palazzo Madama: «Ho invitato il senatore Compagna a ritirare il ddl sul concorso esterno in associazione mafiosa e ho avuto precise assicurazioni in questo senso». Schifani lo ha annunciato pubblicamente anche se ha precisato che Compagna, eletto nelle fila del Pdl, in Senato fa parte del gruppo Gal, Grandi autonomie e Libertà, che raccoglie esponenti provenienti da varie forze politiche dell'area del centrodestra. «Il disegno di legge sul dimezzamento della pena massima prevista per il concorso esterno in associazione mafiosa - ha precisato Schifani in una nota - è una proposta fatta a titolo personale dal senatore Compagna. Non può pertanto essere attribuita al gruppo del Popolo della Libertà, con il quale non è stata mai discussa e concordata».
COM'ERA - Ora, il concorso esterno in associazione mafiosa è punito con il carcere fino a 12 anni. Ma sinora non si trattava di una norma «tipizzata» nell' ordinamento. Lo diventerebbe con il progetto di legge da oggi all'esame della commissione Giustizia, che porta la firma del senatore del Pdl Guido Compagna.
IL TESTO -Nel testo, infatti, si prevede l'introduzione di due nuovi articoli nel codice penale: il «379-ter e il 379-quater». Il primo («Favoreggiamento di associazioni di tipo mafioso») prevede che chiunque, fuori dei casi di partecipazione alle associazioni di cui all'articolo 416-bis, agevoli deliberatamente la sopravvivenza, il consolidamento o l'espansione di un'associazione di tipo mafioso, anche straniera, è punito con la reclusione da uno a 5 anni. Il secondo («Assistenza agli associati») stabilisce che chiunque, fuori dei casi di concorso nel reato o di favoreggiamento, dia rifugio o fornisca vitto, ospitalità, mezzi di trasporto, strumenti di comunicazione a taluna delle persone che partecipino a un'associazione di tipo mafioso, anche straniera, al fine di trarne profitto, è punito con la reclusione da 3 mesi a 3 anni. La pena è aumentata se l'assistenza è prestata continuativamente. L'articolo 418 del codice penale, invece, verrebbe abrogato.
LA RIDUZIONE DELLA PENA - Se queste norme venissero introdotte nell'ordinamento le conseguenze sarebbero varie e tutte di una certa rilevanza visto che avrebbero un riflesso anche sui giudizi in corso grazie al principio del favor rei: prima di tutto il concorso esterno verrebbe derubricato alla categoria 'favoreggiamento e questo comporta di per sè una riduzione della pena che passerebbe infatti da un massimo di 12 anni a un massimo di 5 (cioè da 1 ai 5 anni). Il che significa che ci sarebbe uno stop alle intercettazioni visto che gli ascolti vengono consentiti in caso di reati per i quali sono previste condanne superiori ai 5 anni. Poi, per chi supporta i componenti dell'associazione mafiosa, la pena fissata nel ddl va dai 3 mesi a 3 anni. E questo comporterà che non scatterà la custodia cautelare in carcere: il tetto perchè scatti, infatti, è di 4 anni. In più, perchè si possa condannare il 'sostenitorè o l«assistentè esterno all'associazione mafiosa, si dovrà dimostrare che dalla sua azione si ricavi un profitto.
GLI IMPUTATI «ECCELLENTI» - Sono tanti i nomi eccellenti finiti nelle maglie del reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Una vicenda su cui sono tuttora accesi i riflettori è quella di Marcello Dell'Utri, ex dirigente Fininvest, fondatore con Berlusconi di Forza Italia, senatore fino alla scorsa legislatura: il 25 marzo scorso è stato condannato a 7 anni di reclusione dalla corte di Appello di Palermo. Ora la parola spetta nuovamente entro la Cassazione: se non si pronuncerà entro il 2014 scatterà la prescrizione. Poi c'è Nicola Cosentino, ex numero uno del Pdl in Campania. Il 15 marzo scorso è stato arrestato, dopo essersi costituito presso il carcere di Secondigliano. Imputato anche Raffaele Lombardo, ex governato della Sicilia. A rapporti con la mafia è legato anche il nome di Giulio Andreotti, morto il 6 maggio scorso, che in realtà ricevette nel '93 un avviso di garanzia per concorso esterno, accusa poi modificata in partecipazione ad associazione mafiosa: il 28 dicembre 2004 la Cassazione confermò l'assoluzione.
«NO A PROPOSTA PDL» - «Noi non siamo d'accordo su questa impostazione. È una materia molto delicata e questo è uno dei punti su cui non c'è accordo. Abbiamo una nostra proposta». È categorico il capogruppo Pd in commissione Giustizia al Senato, Felice Casson, sulla proposta targata Pdl. Di una cosa è certo: «I tempi saranno talmente lunghi che non salveranno assolutamente Dell'Utri».Fermamente contraria la Lega. Per Nicola Molteni «la lotta alle mafie si fa aumentando le pene, rendendole più severe, non certamente riducendole». Dunque il voto del Carroccio sarà contrario.

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