sabato 28 dicembre 2024

Zdenek Zeman

 


"Per capire esattamente quale fosse il centro di potere del calcio italiano dal 1992 al 2006 bisogna affidarsi anche alla geografia delle poltrone, attraverso l’asse Torino-Milano-Roma. A Torino c’era la Juventus, a Milano il Milan e la sede della Lega Calcio, a Roma la FIGC e il CONI. 

La sequenza degli scudetti vinti in quegli anni è piuttosto esplicativa: Milan, Milan, Milan, Juventus, Milan, Juventus, Juventus, Milan, Lazio, Roma, Juventus, Juventus, Milan, Juventus, Juventus.

Sei la Juve, sei il Milan, uno ciascuna le squadre romane a cavallo del Giubileo. 


In passato si consideravano potenti quelle società che per prestigio, tradizione o influenza diretta provocavano negli arbitri una sudditanza psicologica. Ora invece il potere consisteva nell’occupazione delle poltrone più importanti in Lega Calcio e in FIGC che permettevano il controllo dei diritti tv, la gestione delle regole, della giustizia sportiva, della comunicazione attiva e passiva, del calciomercato, limitando o penalizzando la concorrenza. 

Furono anni di palesi conflitti di interessi. Adriano Galliani era vicepresidente e amministratore delegato del Milan ma anche presidente di Lega. 

Tutti gli riconoscevano indubbie capacità ma era anche tacciato di usare il suo ruolo per favorire la sua società. 


Il presidente della Federazione, l’eterno Franco Carraro, era anche presidente di Mediocredito Centrale, un istituto finanziario che faceva parte del gruppo Capitalia, la banca che aveva interessi diretti nel calcio e vantava crediti con diversi club, tra cui la Roma di Sensi.

E che dire della Gea, la società creata nel 2000 dai rampolli di Cragnotti, Tanzi e Geronzi, più tardi gestita dal figlio di Moggi. 

Tra i suoi agenti c’era anche DavideLippi, figlio del ct della Nazionale. 

Questi intrecci facevano nascere comprensibili dubbi..."


[Zdenek Zeman]


Fonte: autobiografia "La bellezza non ha prezzo"

Facebook 

Nessun commento:

Posta un commento