14 agosto 2018.
Crolla il ponte Morandi che provocherà la morte di 43 persone e 566 sfollati.
Tutti, stanno ancora aspettando una giustizia giusta.
È forse questa l’immagine che meglio rappresenta l’imprevedibilità della vita e l’incognita della morte.
L’autista di quel camion non si aspettava certo di trovarsi faccia a faccia con la morte ne’ di dover decidere all’improvviso del suo destino.
Ha deciso il caso, forse il fato, o forse quell’istinto di sopravvivenza insito degli esseri umani.
Ha frenato appena un metro prima di sprofondare insieme agli altri nel crollo del viadotto.
Quale imprevisto lo ha trattenuto per quella frazione di secondo in più, necessario a salvargli la vita?
A volte, le cose, sembrano accadere per caso.
Ma per caso non lo sono mai.
Ognuno nasce con il proprio destino, ognuno con una strada
diversa.
Possiamo chiamarlo intuito,
istinto primordiale, fortuna.
Possiamo chiamarlo sangue freddo.
Oppure, più semplicemente, possiamo chiamarla incoscienza inconsapevole
che ci viene concessa in alcuni momenti della nostra vita.
Forse è proprio quell’attimo di follia prima di cadere che, a volte, salva la vita.
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