venerdì 3 maggio 2024

Leo Kadanoff

 



"Il problema di comunicare nuovi ed entusiasmanti sviluppi della fisica agli studenti universitari è di grande importanza. Gli studenti tendono a credere di essere molto lontani dalle frontiere della scienza, dove le scoperte sono sempre più frequenti. La presentazione ai laureandi di nuove importanti scoperte può mostrare loro che sono vicini a quel confine più di quanto immaginino. L'effetto sull'interesse e sull'entusiasmo degli studenti è particolarmente marcato quando scoprono che la ‘nuova grande scoperta’ di cui hanno sentito parlare tante volte senza sapere effettivamente di cosa si trattasse si rivela piuttosto semplice e che, con un po' di tempo e una migliore preparazione, avrebbero potuto pensarci da soli.


Gli studenti tendono a pensare anche che la natura e il modo di fare ricerca siano bruscamente cambiati a un certo punto della storia (negli anni Trenta del Novecento). Prima di allora i fisici erano immersi in profonde riflessioni e avevano ispirazioni improvvise che permettevano loro di progredire con passi da gigante. In seguito, però, la fisica è diventata molto tecnica e dettagliata. In quest’ultimo periodo, che comprende anche il presente, secondo gli studenti il progresso sarebbe stato possibile solo dopo enormi sforzi e studi, perché tutte le cose semplici erano state fatte. 

La consapevolezza che i nuovi sviluppi della fisica non sono in realtà essenzialmente diversi da quelli vecchi scaccia via queste idee sul degenerare della nostra disciplina."


Leo Kadanoff, pioniere nello studio dei fenomeni critici e con la teoria fenomenologica dell’invarianza di scala, in un articolo scrutti cin Humphrey Maris dal titolo "Teaching the renormalization group". Kadanoff, infatti, in un lavoro del 1966 propose il gruppo di rinormalizzazione a blocchi per sistemi di spin contribuendo a dare inizio a una nuova linea di ricerca che verrà ripresa da Giovanni Jona-Lasinio, Carlo Di Castro e da Kenneth Wilson.

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