martedì 27 febbraio 2024

PER LA SERIE : NOI NON TEMIAMO IL RIDICOLO VIENE RI- PUBBLICATA LA BUFALA DELLE COLTIVAZIONI DI RISO PROIBITE AL SUD PER FAVORIRE QUELLE DEL NORD -

 


  Naturalmente e'  una borbonata. Non a caso non c'e' nessuna documentazione di supporto .  Comunque visto che loro la ripubblicano noi la ri-smentiamo 


  Un ottimo articolo, perfettamente esaustivo per ciò che qui interessa, è quello scritto da Pierluigi De Felice (Università degli studi del Salento) e Luisa Spagnoli (Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea-Consiglio Nazionale delle Ricerche): P. De Felice, L. Spagnoli. “Acque e colture irrigue in Terra di Lavoro tra XVII e XVIII secolo. Una riflessione sul paesaggio dell’acqua tra economia e tutela”, in Bollettino della Società Geografica Italiana serie 14, 4(1), anno 2021, pp. 3-17.


  I due ricercatori ricordano che la coltivazione del riso sin dall’epoca moderna era stata sottoposta negli stati preunitari italiani a limitazioni, che cercavano di restringerne e disciplinarne l’attività perché si era notato, senza conoscere esattamente la causa, che le risaie facilitavano l’insorgere d’una malaria endemica. Anche il regno di Napoli, poi delle Due Sicilie, aveva emesso ordinanze del genere: la prammatica del 16 luglio 1763 vietava di coltivare il riso entro due miglia dai centri abitati; il decreto del 14 gennaio 1831 di re Ferdinando II proibiva la coltivazione del riso in alcune tipologie di terreno, restringendo la possibilità di coltura del cereale.

Lo stato italiano fece lo stesso con una legge del 12 giugno 1866, n. 2967. La legge, naturalmente, valeva per l’intero territorio nazionale e la sua applicazione era demandata ai singoli comuni, in subordine alle singole province. Spettava infatti alle autorità comunali decidere in quale modo disciplinare la coltura del riso per evitare rischi sanitari, ovvero per profilassi antimalarica.

Non vi fu dunque alcuna legge che proibisse la coltivazione del riso al Sud, ma soltanto una norma valida per tutto il regno d’Italia e che demandava la decisione d’ammettere la risicoltura alle autorità locali. Per di più essa si poneva sulla falsariga di decreti anteriori anche delle Due Sicilie.

Il declino della risicoltura al Sud, spiegano ancora i due ricercatori De Felice e Spagnoli, fu dovuto unicamente a fattori economici, alla concorrenza ed alla sostituzione con altre colture.

La proibizione della coltivazione del riso al Sud per favorire quello del Nord è dunque un’unica, totale, rozza  e stupida falsità borbonica 


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C’ERA UNA VOLTA IL RISO SICILIANO….

ERAVATE A CONOSCENZA CHE NEL 1861 LO STATO “UNITARIO” VIETO' LA COLTIVAZIONE DEL RISO IN SICILIA, IN QUANTO FACEVA CONCORRENZA AL RISO PIEMONTESE?

La risposta la conosciamo tutti…

Ma facciamo un passo indietro.

La storia del riso in questa penisola che chiamano “Italia” comincia dalla Sicilia. 

Lo portarono gli Arabi intorno all’anno Mille. Non solo ce lo portarono, ma ci insegnarono a coltivarlo e le risaie erano presenti nella Piana di Catania, nella Piana di Ribera, di Lentini e di Gela, fino al 1861, quando, per regio decreto, furono vietate. 

Fu così, vietato seminare il riso, con la grande bufala che provocava la malaria, in realtà era perché i Savoia mal tolleravano che il riso siciliano facesse concorrenza a quello piemontese, che veniva lanciato sul mercato in quegli anni.

Infatti, il Governo Sabaudo, con il suo Presidente del Consiglio Camillo Benso Conte di Cavour, proibì la coltivazione del riso in Sicilia in quanto, a parer suo, le “risaie siciliane” portavano la malaria. 

Solo quelle Siciliane però…

Invece le risaie Piemontesi e Lombarde erano salubri e salutari!

La verità mai scritta nei libri di storia è che il magnifico “Cavour” era,  propietario di risaie, dunque la qualità siciliana indubbiamente migliore di quella piemontese, per sapore e contenuto del chicco, risultava essere molto più richiesta di quella piemontese che cominciava ad avere un declino nei mercati.

Cavour a cui, nostro malgrado, vengono intitolate piazze e vie delle nostre città Siciliane, doveva favorire in tutti i modi il Nord Italia, maggiormente il piemonte a discapito della Sicilia.

Purtroppo, ancora ai nostri giorni non è cambiato nulla, anzi sempre è comunque prima il Nord, se qualcuno lo avesse dimenticato.

Svegliati Sicilia!


#movimentosicilianodazione

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