giovedì 31 agosto 2023

CALCIATORI? DA SEMPRE MERCENARI

 

CALCIATORI? DA SEMPRE MERCENARI - QUELLI CHE ACCETTANO LE OFFERTE DA CAPOGIRO DELLA "SAUDI PRO LEAGUE" NON SONO MOLTO DIVERSI DAI CAMPIONI CHE NEGLI ANNI '70 VOLAVANO NEGLI STATES, COME PELE' E CHINAGLIA, O QUELLI CHE 7-8 ANNI FA SI FECERO SEDURRE DALLE RICCHE OFFERTE DALLA CINA - D'ALTRONDE E' IL LORO LAVORO: GUADAGNARE MEGLIO POSSIBILE - ANDREBBE SPIEGATO AI TIFOSI ALLOCCHI CHE ANCORA CREDONO ALLE "BANDIERE" NEL CALCIO O ALL'ATTACCAMENTO ALLA MAGLIA...

 

cristiano ronaldo cristiano ronaldo

Estratto dell'articolo di Carlos Passerini per il “Corriere della Sera”

 

Soldi, soldi, soldi. Tanti. Ma soprattutto facili. A tal punto che c’è chi sceglie di mollare una carriera vera, nel calcio che conta, nel pieno dell’età e della forma, pur di andare ad arricchirsi in posti lontani, in campionati minori. Mercenari? Forse, ma non scandalizziamoci, please , anche perché è sempre successo: perfino il grande Pelé, già nel 1975, ma a 35 anni, volò a New York per i dollari del soccer made in Usa.

 

Doveva essere l’alba del calcio americano, invece restò un’illusione, come spesso avviene.

marcelo brozovic marcelo brozovic

Vedi la Cina, dove la bolla del pallone di sette-otto anni fa è scoppiata dopo che il governo di Xi Jinping ha cambiato strategie. […]

 

Anche qui alla base di tutto c’è una questione geopolitica, col governo di Riad che punta forte sul calcio (e sull’organizzazione del Mondiale 2030 o 2034) per rifarsi un’immagine globale. Business e pallone. Cristiano Ronaldo è stato solo l’inizio: Benzema a 35 anni ha lasciato il Real Madrid, […]Più discutibile (e preoccupante) è però la scelta dell’ormai ex laziale Milinkovic, che a 28 anni anziché firmare per una big europea ha detto sì all’Al-Hilal per 20 milioni a stagione […]

 

sergej milinkovic savic 1 sergej milinkovic savic 1

Come lui, l’ex napoletano Koulibaly, 32 anni: accolto come una rockstar, rischia però di aver chiuso in anticipo la carriera. Sempre che l’emergente Saudi Pro League non diventi davvero un torneo paragonabile alla Premier, come sperano laggiù. Possibile? Doping finanziario Una cosa è certa: lo shopping del fondo sovrano Pif nella nostra serie A fa paura. E giustamente il presidente della Lega di A, Lorenzo Casini, ha parlato di «doping finanziario». Brozovic ha salutato l’Inter a 30 anni e per 25 milioni l’anno. Una fortuna.

 

Molti meno ne incasserà Cordaz, terzo portiere nerazzurro, che a 40 anni va all’Al Nassr.

Storia significativa, la sua. Perché non solo i big, ma anche le riserve, ora sognano uno stipendio da star: per lui un milione di euro. […]

 

 

 

 

karim benzema karim benzema

 

 

 

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https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/calciatori-sempre-mercenari-nbsp-quelli-che-accettano-offerte-361203.htm

Previti71

 

A DITTA PER CUI LAVORAVANO GLI OPERAI TRAVOLTI DA UN TRENO A BRANDIZZO NON ERA IN REGOLA: LA CERTIFICAZIONE RELATIVA ALLA SICUREZZA SUL LAVORO ERA SCADUTA IL 27 LUGLIO SCORSO

 

ALT: LA DITTA PER CUI LAVORAVANO GLI OPERAI TRAVOLTI DA UN TRENO A BRANDIZZO NON ERA IN REGOLA: LA CERTIFICAZIONE RELATIVA ALLA SICUREZZA SUL LAVORO ERA SCADUTA IL 27 LUGLIO SCORSO – L’INTERVENTO SUI BINARI PROSEGUIVA DA TEMPO, SEMPRE TRA MEZZANOTTE E LE 6 DEL MATTINO, E LA LINEA FERROVIARIA NON È MAI STATA SOSPESA. COSA È ANDATO STORTO LA SCORSA NOTTE? LA SQUADRA NON HA COMUNICATO L'INIZIO DELL'INTERVENTO? - MATTARELLA ALLA STAZIONE DI BRANDIZZO

 

Estratto dell’articolo di Carlotta Rocci per www.repubblica.it

 

SERGIO MATTARELLA ALLA STAZIONE DI Brandizzo 1 SERGIO MATTARELLA ALLA STAZIONE DI Brandizzo 1

Cosa non ha funzionato correttamente nella notte tra mercoledì e giovedì a Brandizzo? Quando un treno regionale in fase di trasferimento da Milano a Torino è passato nella stazione ha travolto cinque operai che erano al lavoro per delle operazioni di sostituzione dei binari.

 

Secondo le prime informazioni raccolte da Repubblica, i lavori proseguivano da giorni, sempre nella fase notturna, dalla mezzanotte alle 6. In questi casi la linea ferroviaria (che non è la linea dell’alta velocità Torino-Milano) non viene sospesa. I casi a cui l’indagine della procura di Ivrea dovrà dare una risposta sono almeno due: gli operai al lavoro non dovevano essere su quel binario? Oppure il treno regionale non doveva passare proprio su quel binario, lasciando così gli operai al lavoro?

 

La certificazione relativa alla sicurezza sul lavoro mostrata sul sito di Sigifer, l'azienda appaltatrice di Rfi, è scaduta il 27 luglio scorso. Il sito Sigifer contiene i documenti relativi alle certificazioni di "qualità, rispetto ambientale, sicurezza sul lavoro" e, si legge, "aggiorna costantemente i propri certificati, simbolo di qualità, eccellenza e sicurezza".

SERGIO MATTARELLA ALLA STAZIONE DI Brandizzo SERGIO MATTARELLA ALLA STAZIONE DI Brandizzo

 

Una prima certificazione 'UNI ISO 45001:2018' è la numero 29442 rilasciata da una società appartenente alla Cisq, e ha una ultima emissione il 28 luglio del 2020 e una scadenza il 27 luglio 2023. Un secondo certificato, il numero IT-119334, ha eguali date di ultima emissione e di scadenza.

 

Forse si è trattato di un errore di comunicazione tra la squadra sul posto e chi doveva coordinare i lavori sui binari”, ha detto Paolo Bodoni, sindaco di Brandizzo, riferendo le prime versioni raccolte subito dopo l’incidente ferroviario. “È probabile ci sia stato un errore umano”, ha aggiunto il primo cittadino.

treno uccide 5 operai a brandizzo treno uccide 5 operai a brandizzo

 

L’indagine dovrà accertare le responsabilità e il processo decisionale che ha portato ad autorizzare i lavori, svolti dalla ditta Sigifer per Rete Ferroviaria Italiana, oltre alla gestione degli scambi ferroviari che ordinano il traffico in entrata e uscita dalle stazioni.  […]

michael zanera michael zanera

 

"La norma è chiara: non puoi lavorare su un binario se non hai la certificazione che non passa più un treno lungo quella tratta. E un treno è passato, voglio sapere per quale motivo. Anche se ovviamente quelle cinque vite non tornano indietro". Così il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle infrastrutture, Matteo Salvini, parlando a margine di una conferenza stampa al Lido di Venezia. […]

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https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/alt-ditta-cui-lavoravano-operai-travolti-treno-brandizzo-365527.htm

 

 

 

 

Placidi71

 

Il prete torna dall'inferno e racconta: «Demoni cantano 'Umbrella' di Rihanna, è stato terribile». Il video su TikTok

 


Padre Johnson su TikTok è seguito da più di 70.000 follower

Il prete torna dall'inferno e racconta: «Demoni cantano 'Umbrella' di Rihanna, è stato terribile». Il video su TikTok


Padre Johnson è un prete americano, precisamente del Michigan, molto seguito sui social, specie su TikTok dove posta video in cui spiega la Fede e nei quali ha raccontato alcune esperienze che lo hanno coinvolto in prima persona. Alcuni dei racconti di Padre Johnson hanno fatto talmente scalpore che sono entrati nei contenuti virali, specie la storia del suo viaggio all'Inferno che sarebbe abitato da Demoni inquietanti che ascolterebbero la musica tutto il tempo e selezionerebbero due brani in particolare. 

La testimonianza

Padre Johnson è seguito da più di 70.000 follower su TikTok e in uno dei suoi video racconta un episodio che ha del paranormale. Nel 2016 infatti, fu colpito da un attacco cardiaco che lo catapultò per alcuni momenti nell'Aldilà. Il prete racconta di essere finito all'Inferno, un luogo che non augurerebbe nemmeno al suo peggior nemico. Johnson dice: «Il mio spirito ha lasciato il mio corpo fisico, ho pensato che sarei salito. Pensavo di aver fatto così tanto bene durante la mia vita e di aver aiutato così tante persone e invece sono sceso. Sono entrato nel centro stesso della Terra. Le cose che ho visto lì sono indescrivibili». 

Musica infernale 

Padre Johnson, oltre a raccontare gli orrori che ha visto (uomini che camminavano a quattro zampe e che venivano bruciati dalla testa ai piedi), spiega anche che i Demoni ascoltavano in loop due canzoni in particolare (rivisitate da altri esseri maligni): "Umbrella" di Rihanna e "Don't Worry Be Happy" di Bobby McFerrin

https://www.leggo.it/esteri/news/prete_inferno_demoni_umbrella_rihanna_testimonianza_choc_oggi_25_1_2023-7190264.html


Zuckerberg71

 

Influencer del fitness morta per un doppio arresto cardiaco: «Ha bevuto troppo», Larissa aveva 33 anni

 


La donna era entrata in coma per un infarto, in ospedale ha avuto un secondo arresto cardiaco. La famiglia: "Siamo devastati"

Influencer del fitness morta per un doppio arresto cardiaco: «Ha bevuto troppo», Larissa aveva 33 anni


Tragedia in Brasile. L'influencer del fitness Larissa Borges è morta lunedì dopo aver subito un doppio arresto cardiaco: le cause sono sconosciute. La donna brasiliana aveva 33 anni. La famiglia ha confermato la sua scomparsa in un post sulla sua pagina Instagram

«Il dolore di perdere qualcuno così giovane, di soli 33 anni, e così gentile, è travolgente. Siamo devastati», hanno scritto i parenti in lutto. «I nostri cuori sono spezzati». La famiglia ha aggiunto che la star dei social ha «combattuto coraggiosamente» per la sua vita. Secondo i media locali, la donna era stata ricoverata in ospedale il 20 agosto dopo aver subito un arresto cardiaco mentre era in viaggio a Gramado. La giovane, poi, è entrata in coma per una settimana.

Morta influencer del fitness 

Il dramma è avvenuto dopo che la star dei social ha avuto un secondo attacco di cuore, per cui è morta. 

La causa del decesso dell’influencer non è ancora chiara; tuttavia, un'indagine preliminare ha rivelato che potrebbe aver «bevuto troppo» al momento dei suoi problemi cardiaci.

Per determinare la causa principale, le autorità hanno programmato un'autopsia. «Cercheremo di ricercare attraverso test di laboratorio le sostanze che potrebbe aver consumato», hanno spiegato le autorità locali.

Prima della sua morte, Borges era diventata una star su Instagram, dove pubblicava regolarmente scatti del suo fisico tonico e delle sue vacanze idilliache ai suoi oltre 30.000 fan. In uno dei suoi ultimi post, Larissa aveva scritto: «Posso credere nel domani».

https://www.leggo.it/esteri/news/influencer_fitness_morta_infarto_larissa_borges_oggi_30_8_2023-7602204.html

Bolsonaro71

 

 

 

Spara e uccide la fidanzata incinta: voleva che la 18enne abortisse

 


Il duplice omicidio è avvenuto a Sanford, in Florida

rd, in Florida

Spara e uccide la fidanzata incinta: voleva che la 18enne abortisse


Un uomo è stato arrestato con l'accusa di aver sparato alla sua fidanzataKaylin Fiengoincinta, e di averla uccisa insieme al bambino che aveva in grembo. Il corpo della ragazza di 18 anni è stato ritrovato in un'auto a Sanford, in Florida.

La 18enne si era rifiutata di abortire, secondo quanto riportato dalle forze dell'ordine.

Spara e uccide la fidanzata incinta

Fiengo aveva guidato a Coastline Park la notte dell'11 novembre per incontrare Faison, secondo la polizia. La stessa notte, dopo le 23, è stata trovata morta, con una ferita d’arma da fuoco, sul sedile del conducente della sua auto parcheggiata. Un agente di polizia di Sanford che stava pattugliando il parco ha notato l'auto in un parcheggio. La coppia aveva avuto frequenti discussioni sulla gravidanza nelle settimane precedenti.

 

Dubbi sulla paternità

La polizia non ha confermato se Faison fosse davvero il papà del nascituro ma ha sottolineato che aveva anche un figlio di 1 anno di nome Ace. «Gli eventi di oggi arrivano dopo un lungo periodo, quasi dieci mesi, di indagini approfondite», ha spiegato il capo della polizia Cecil Smith che poi continua: «I nostri investigatori hanno fatto in modo che ogni possibile frammento di prova fosse processato e analizzato al fine di consegnare l’assassino di Kaylin alla giustizia».

https://www.leggo.it/esteri/news/uccide_fidanzata_incinta_aborto_kaylin_fiengo_oggi_31_8_2023-7603819.html

Bush71

 

Donovan Faison, 21 anni, è in carcere da martedì, dopo 10 mesi di indagini, per aver compiuto il femminicidio.

 

Morta in moto sul ponte della Libertà a Venezia: Fanny girava l'Italia con il fidanzato

 


Era sul sedile posteriore di una moto Bmw Gs, guidata dal suo compagno, anche lui un avvocato

Morta in moto sul ponte della Libertà a Venezia: Fanny girava l'Italia con il fidanzato

di Redazione web

Stava attraversando l’Italia in moto insieme al fidanzato. Fanny Marion, avvocata 31enne di Grenoble, è la vittima del tragico incidente avvenuto lunedì pomeriggio sul ponte della Libertà a Venezia. La giovane professionista era partita dieci giorni fa insieme al suo compagno, anche lui avvocato, per un tour attraverso le località più rinomate del bel Paese: Genova, Firenze, Roma, Costiera Amalfitana, Puglia. La tappa prefissata per venerdì era, appunto, Venezia. 


L'incidente sul ponte fra Mestre e Venezia

Era sul sedile posteriore di una moto Bmw Gs, guidata dal suo compagno, anche lui un avvocato e insieme stavano raggiungendo la città lagunare quando a un tratto la gomma della moto a contatto con il binario del tram reso scivoloso dalla pioggia ha perso aderenza facendo cadere la due ruote verso destra, dove Fanny ha sbattuto contro il guardrail.

Le reazioni

«Aveva fatto della difesa penale - scrivono i quotidiani locali francesi - il cuore della sua attività ed era diventata molto rapidamente un volto familiare al tribunale di Grenoble». Ieri, a Venezia, sono arrivati i genitori per le pratiche di riconoscimento e il trasferimento della salma in patria. I colleghi francesi in lutto: «Una perdita terribile per tutto il foro di Grenoble», riporta il quotidiano francese news.dayFr. «Fanny Marion era una mano tesa - dice Jean Yves Balestas, presidente dell’ordine degli avvocati di Grenoble - Una mano tesa alle parti in difficoltà che ha aiutato nell’ambito della difesa d’emergenza. 

Una mano tesa ai colleghi ai quali ha sempre portato una risposta per trovare una soluzione efficace». «Era una grandissima penalista con un futuro molto luminoso, quel che è accaduto è un vero disastro - riassume Catherine Lanza-Perret, uno dei presidenti del tribunale penale di Grenoble che, a nome dei magistrati della sezione penale del tribunale giudiziario - Ha lavorato molto sui suoi fascicoli e ci ha costretto a essere migliori perché ha trovato qualcosa che ci faceva riflettere. Siamo sotto shock, Fanny ci mancherà moltissimo. Era un vento di franchezza e competenza».

News.dayFr riporta anche il cordoglio del pubblico ministero di Grenoble Éric Vaillant: «Lei era uno dei nostri grandi avvocati penalisti, abituata alle udienze di comparizione immediate. I magistrati della Procura hanno lavorato quotidianamente con lei e il nostro dolore è immenso. Avendola vista molto spesso in tribunale, posso dire che era piena di vita, di entusiasmo, che era combattiva e non si lasciava mai andare nell’interesse della difesa e dei suoi clienti. Mi ha messo in difficoltà più di una volta, sapeva sempre trovare l’argomento decisivo. Mi chiedevo sempre: “Ma come fa?” Ti costringeva a dare il meglio. L’intero sistema giudiziario di Grenoble è in lutto». 

https://www.leggo.it/italia/cronache/morta_moto_ponte_liberta_venezia_chi_era_vittima_oggi_30_8_2023-7602232.html

Blaserna71

 

 

mercoledì 30 agosto 2023

È MORTO A 91 ANNI LO SCRITTORE FRANCESE DOMINIQUE LAPIERRE, AUTORE DEL BESTSELLER "LA CITTÀ DELLA GIOIA"

 

È MORTO A 91 ANNI LO SCRITTORE FRANCESE DOMINIQUE LAPIERRE, AUTORE DEL BESTSELLER "LA CITTÀ DELLA GIOIA" - LAPIERRE HA TRASCORSO GLI ULTIMI DIECI ANNI IN UNA DOLOROSA CONDIZIONE DI SEMICOSCIENZA DOPO UNA BANALE CADUTA - LO SCRITTORE HA DEDICATO LA SUA VITA AL VOLONTARIATO E NEL 1982, CON IL SOSTEGNO DI MARIA TERESA DI CALCUTTA, AVEVA FONDATO L'ASSOCIAZIONE "ACTION POUR LES ENFANTS DES LÉPREUX DE CALCUTTA", A CUI HA DEVOLUTO METÀ DEI SUOI DIRITTI D'AUTORE...

 

Dino Messina per il “Corriere della Sera”

 

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L'India dei poveri piange perché ha perso il suo cantore e paladino. Piangono anche i lettori de La città della gioia , che ebbero la vita sconvolta da questo libro uscito nel 1985 dedicato agli ultimi della terra, gli uomini cavallo di Calcutta. Non pochi ragazzi, anche in Italia, dopo averlo letto decisero di dedicarsi al volontariato o si iscrissero a Medicina con il progetto di aiutare il prossimo.

 

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Metà Hemingway, metà Madre Teresa, Dominique Lapierre, nato il 30 luglio 1931 a Châtelaillon-Plage, ha trascorso gli ultimi dieci anni in una dolorosa condizione di semicoscienza dopo una banale caduta. A dare l'annuncio della scomparsa, avvenuta sabato, è stata la moglie Dominique con un commovente messaggio agli amici più stretti, tra i quali i fratelli Formenton, figli di Cristina Mondadori, che è stata tra le più attive sostenitrici dello scrittore filantropo.

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Lapierre era già uno degli autori di bestseller più conosciuti quando alla fine degli anni Settanta andò dal suo editore a proporre il libro che avrebbe venduto oltre dieci milioni di copie: lascia perdere, fu la risposta, a chi vuoi che interessi la vita di un portatore di risciò, di una bambina che raccoglie carbone per la sua famiglia, di un infermiere svizzero e di un venditore di cravatte inglese che hanno deciso di vivere in Bengala?

 

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Dominique non ascoltò il consiglio, salutò il suo amico americano Larry Collins, con cui aveva scritto agli inizi degli anni Sessanta Parigi brucia? - il libro inchiesta che rivelò al mondo come fu disatteso dagli ufficiali nazisti l'ordine di Hitler di radere al suolo la capitale francese -, e si lanciò nella nuova avventura.

 

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Non fu una scelta facile, perché la collaborazione con Collins (scomparso nel giugno 2005) si era rivelata eccezionale: insieme avevano scritto il racconto della nascita dello Stato di Israele, Gerusalemme! Gerusalemme!, la storia dell'indipendenza dell'India, Stanotte la libertà . Secondo un collaudato metodo di lavoro, i due giornalisti-scrittori, uno ex inviato di «Paris Match», l'altro ex corrispondente da Parigi della United Press e di «Newsweek», si dividevano i compiti, poi ciascuno scriveva un capitolo che l'altro traduceva e correggeva nella propria lingua.

 

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Diventati campioni del bestseller storico, erano al top. Grazie al loro conto corrente milionario potevano godersi le loro ville in Costa Azzurra, le macchine sportive, i cavalli e quant' altro desiderassero. Le strade avevano però cominciato a dividersi quando durante la preparazione di Stanotte la libertà , uscito nel 1975, Dominique Lapierre, da vero cronista che voleva immergersi nella realtà che avrebbe descritto, comprò un biglietto ferroviario di terza classe da New Delhi a Calcutta per capire nella capitale del Bengala ed ex sede del governatorato britannico le ragioni delle tensioni tra musulmani e hindu che avevano portato all'uccisione di Gandhi.

 

dominique lapierre e madre teresa di calcutta dominique lapierre e madre teresa di calcutta

A Calcutta qualche anno dopo il quarantenne Dominique, sconvolto dalla condizione dei poveri, in un incontro con Madre Teresa, fondatrice delle Missionarie della Carità, chiese a chi poteva devolvere il primo assegno che sarebbe arrivato con il nuovo libro. Madre Teresa non esitò a indicare George Stevens, l'inglese ex venditore di cravatte che non aveva più soldi per mandare avanti l'asilo dove raccoglieva i figli di lebbrosi.

 

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Con questo gesto di carità Dominique divenne da narratore anche protagonista. E da allora il suo rapporto con l'India cambiò. Nella sua vita, dopo il divorzio dalla prima moglie, da cui era nata Alexandra, che sarebbe diventata anche lei scrittrice, era intanto entrata una nuova compagna, che si chiamava proprio come lui, Dominique. Dominique Conchon, una ragazza che aveva risposto all'annuncio pubblicato dai due scrittori in cerca di una segretaria per il libro sulla nascita della nazione indiana.

 

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Tornati a casa in Rolls-Royce, attraversando il Khyber Pass, dopo la pubblicazione di Stanotte la libertà i due Dominique si avvicinarono sempre più alla difficile realtà indiana e iniziarono a seguire alla lettera i precetti di Madre Teresa: anche un piccolo gesto può essere utile nel gran mare delle sofferenze. Scrivendo il suo capolavoro La città della gioia , Dominique, soprannominato dagli amici indiani Dada, grande fratello, mentre la sua compagna, di corporatura esile, era chiamata Didi, piccola sorella, cominciò a dare vita all'Associazione per i bambini dei lebbrosi di Calcutta e una serie di centri, quattordici in tutto, che negli anni hanno assorbito sempre maggiori risorse.

 

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Lapierre, infaticabile lavoratore che aveva continuato a sfornare bestseller, come Mezzanotte e cinque a Bhopal (con il nipote Javier Moro), dedicato al disastro ambientale che nel 1984 causò circa sedicimila vittime, durante un viaggio a Calcutta nel 2010 mi confidò che aveva destinato 65 milioni di dollari alle varie associazioni. Quella dei figli dei lebbrosi, dove assistemmo a una toccante riunione collettiva, ma anche il centro medico per l'assistenza su quattro battelli alle popolazioni dei Sundarbans, nel Golfo del Bengala, o un'altra associazione che si occupa del microprestito alle donne sole, o un'altra ancora dedicata ai bambini disabili.

 

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Tutti i soldi guadagnati con i diritti dei libri e di due film, quello tratto dalla La città della gioia , e quello dedicato alla vita di Madre Teresa con Geraldine Chaplin, sono finiti in India. Ma ancora non bastava. Dominique vendette la sua splendida villa a Ramatuelle, vicino a Saint-Tropez, a Cristina Mondadori, che sostenne anche azioni benefiche in Africa. Lo scrittore negli anni si era trasformato in un perfetto fundraiser per le sue opere di carità.

 

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Per questo teneva conferenze in giro per l'Europa. Dopo l'India, il suo Paese preferito era l'Italia, dove aveva trovato grande generosità. Nonostante gli impegni per sostenere le associazioni di carità, Dominique aveva continuato a scrivere (per esempio l'affresco sulla storia del Sudafrica, Un arcobaleno nella notte o India mon amour ). Dopo un lungo sodalizio con la Mondadori, l'editore che ha pubblicato le ultime opere di Lapierre in Italia è stato il Saggiatore. Ultimamente, ci dice il presidente del Saggiatore, Luca Formenton, «abbiamo acquisito anche i diritti di Parigi brucia? e di Stanotte la libertà , mentre La città della gioia è rimasto alla Mondadori».

 

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 Quand'era a casa, la dépendance della sua ex villa di Ramatuelle, usciva tutte le mattine a cavallo, montando Lunares o Preferida, due destrieri andalusi. Al pomeriggio lavorava. È stato così fino al 10 giugno 2012 quando perse conoscenza dopo una caduta: trauma cranico, rianimazione, un risveglio che aveva illuso tutti e una lunga convalescenza in casa, finché non si è reso necessario trasferirlo in un centro medico. Sulla sua tomba sarà inciso: «Dominique Lapierre, cittadino onorario di Calcutta. Tutto ciò che non è donato è perduto». Proverbio indiano.

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https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/morto-91-anni-scrittore-francese-dominique-lapierre-autore-334621.htm