martedì 2 settembre 2014

Ma che Italia è mai questa?

Ma che Italia è mai questa, dove i mezzi di informazione (con rarissime eccezioni) non commentano come dovrebbero farneticazioni come questa?

"La presenza del countdown, cioè dei mille giorni che mancano, della verificabilità dei risultati, è, a mio giudizio, la grande rivoluzione nella politica italiana. Mi spiego meglio: nel momento in cui sei accusato di annuncite, malattia tipica di una parte del ceto politico, nel momento in cui sei accusato di annuncite noi rispondiamo con l'elenco di... da una data alla quale siamo evidentemente autocostretti. Ci sono mille giorni da qui al... alla fine di maggio del 2017, e in questi mille giorni le proposte che abbiamo fatto sono le proposte che vedranno una concretizzazione o meno" (Matteo Renzi).

Come dire: cari italiani scemi e care italiane sceme, dal momento che tutti quelli che mi hanno preceduto hanno sempre annunciato cose che non avrebbero poi fatto e voi ve le siete bevute, e dal momento che non avete altri mezzi a disposizione per capire quel che da qui al maggio 2017 avremo (o non avremo) fatto (perché, evidentemente, le dichiarazioni fatte ai giornali o alle televisioni, i programmi elettorali o i contratti con voi, ecc., ecc., non ve li potrete mai ricordare, e la Rete, diciamolo, non la sapete usare), io vi metto a disposizione la più grande rivoluzione della politica italiana. Eccola: il countdown della verificabilità. Ma era proprio Renzi, quello della conferenza stampa dei "mille giorni" di ieri, o una Vanna Marchi prodigiosamente ringiovanita e mascherata da Presidente del Consiglio dell'italiana Repubblica? Se le rivoluzioni della politica sono queste, tanto vale riprendersi indietro il più grande venditore di se stesso che l'Italia della Seconda Repubblica abbia mai avuto. Renzi, se vuole guadagnarsi la poltrona di ospite fisso a "Porta a porta", deve ancora pedalare.

Massimo Arcangeli Massimo Arcangeli



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