lunedì 28 aprile 2014

Clippers, maglie al contrario e giacche tuta a metà campo per protesta (foto)


OAKLAND (CALIFORNIA) I Los Angeles Clippers sono regolarmente scesi in campo in gara 4 del primo turno dei playoff Nba sul campo dei Golden State Warriors, ma hanno voluto comunque dimostrare il loro dissenso nei confronti del patron Donald Sterling dopo lo scandalo per le dichiarazioni razziste intercettate da un sito di gossip americano.
I ragazzi di coach Doc Rivers nel riscaldamento hanno lasciato le giacche della tuta a metà campo ed effettuato il riscaldamento con le t-shirt al contrario per non mostrare al pubblico dell’Oracle Arena la scritta Clippers, inoltre indossavano fasce nere sui polsi e sulle braccia e calze nere sempre in segno di dissenso contro il razzismo. La partita è stata vinta da Golden State per 118-97 trascinata da un super Stephen Curry autore di 33 punti con il carrer high nei playoff di 7 canestri da tre punti realizzati. Andre Iguodala ne ha aggiunti 22 con 9 assist, mentre non sono bastati ai Clippers i 26 punti di Jamal Crawford e i 21 con 6 rimbalzi di Blake Griffin. La serie è ora sul 2-2 e si sposta di nuovo a Los Angeles per gara 5 in programma martedì notte.
Domenica 27 aprile intanto non si erano placate le polemiche, con prese di posizioni molto dure nei confronti di Srerling. Michael Jordan è solo l’ultimo dei grandi ex campioni del basket americano a dichiararsi “schifato e indignato” per i presunti commenti razzisti del proprietario dei Clippers. Jordan ha rilasciato una dichiarazione domenica affrontando la questione sia come proprietario attuale dei Charlotte Bobcats che come ex giocatore. Come proprietario, “sono completamente disgustato che un proprietario di una squadra possa avere tali opinioni nauseanti e offensive”. Come ex giocatore, Jordan dice “sono completamente indignato”.
Intanto Magic Johnson torna all’attacco e chiede al Commissioner della Nba Adam Silver di agire con “durezza” nei confronti del proprietario dei Clippers. L’ex stella dei Los Angeles Lakers ha poi aggiuinto che Sterling “non dovrebbe più possedere una squadra”. Giù ieri Johnson aveva detto che non sarebbe più andato a vedere partite dei Clippers fino a quando ci sarà Sterling come proprietario. “Dichiarazioni razziste incredibilmente offensive”, è anche il duro commento del presidente Usa Barack Obama nel corso di una conferenza stampa a Kuala Lumpur, in Malesia, con il primo ministro Najib Razak, a chi gli chiedeva un commento sul caso che sta scuotendo l’Nba. “Non penso di dover interpretare queste dichiarazioni, parlano da sole”, ha spiegato Obama.
“Quando la gente ignorante vuole pubblicizzare la sua ignoranza, non bisogna fare nulla. Basta lasciarli parlare. Ed è quello che è successo”. Il presidente americano ha anche espresso fiducia che la Nba saprà affrontare la situazione e ha aggiunto gli Stati Uniti combattono ancora con “l’eredità della schiavitù e la segregazione”. “Ovviamente la Nba è un campionato amato da tifosi in tutto il paese”, ha spiegato ancora. “E poi un sacco di giocatori afro-americani. E’ intriso di cultura afro-americana”. “Se queste dichiarazioni sono vere sono inaccettabili per il nostro campionato”. Così infine LeBron James commenta la bufera che ha travolto il patron dei Clippers. “Non importa se sei bianco, nero o ispanico. Tutto ciò che riguarda la razza è inaccettabile. Il Commissioner della Lega dovrebbe prendere posizione e deve essere molto aggressivo cotro questi comportamenti. Non so cosa succederà, ma che non possiamo accettarlo nel nostro campionato”, conclude la superstar dei Miami Heat.

Clippers, maglie al contrario e giacche tuta a metà campo per protesta01

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