Per la morte di Juan Gelman, poeta argentino dell’esilio e del dolore
La morte di Juan Gelman addolora. L’avanzata età (83 anni)non giustifica la sua scomparsa, anche se prevista e naturale. Addolora perché è stato il poeta dell’esilio e del dolore. Poeta rivoluzionario, dalla parte del popolo, della giustizia, della libertà. La sua storia è notissima: il colpo di stato che introdusse la dittatura dei generali (Videla in primo luogo) lo sorprese mentre era in viaggio in Europa nel 1976, quindi non tornò in Argentina, dove aveva fatto il giornalista e dove il suo nome era già famoso per la sua poesia civile e lirica insieme. L’esilio è stato il suo destino, cercato e accettato. Ma quel che non ha potuto accettare è stata la scomparsa del figlio e della nuora, incinta di sette mesi, e la successiva scomparsa anche della nipote, che è riuscito a ritrovare in Uruguay soltanto nel 2000. Anche dopo il ritorno della democrazia in Argentina, Gelman è stato un costante requisitore del regime, soprattutto nei processi in cui è stato sentito come testimone. La sua voce è stata sin dall’inizio una continua spina nel fianco dei dittatori. Tornato a Buenos Aires dopo la caduta del regime, non ha voluto rimanerci, nonostante il riconoscimento che gli è arrivato da tutti, dagli intellettuali e dal popolo, che in lui ritrovava la stima per se stesso, dopo i terribili anni della viltà, dell’odio, della repressione, dei “desaparecidos”. Scegliendo di vivere a Città del Messico, dopo aver passato intensi periodi in Spagna, in Francia, e soprattutto in Italia, a Roma, ha ribadito il suo rifiuto verso un Paese come il suo che si era perso nella trama del male e gli aveva rubato il figlio, la nuora, e la nipote (che oggi si chiama Macarena).
La sua poesia, ricca di venti volumi, tradotta in tutto il mondo, è secca, lucida, appassionata, dolorosa. Nei suoi versi c’è il distillato dell’anelito alla libertà, all’onestà, alla giustizia, alla lealtà, all’amore. In Italia sono stati tradotti diversi suoi libri: Gotàn (Guanda, 1980); Lettera a mia madre (Guanda, 1999); Nel rovescio del mondo (Interlinea edizioni, 2003); Doveri dell’Esilio (Interlinea 2006); Valer la pena (Guanda, 2007).
Propongo di ricordarlo con due sue poesie:
Nobiltà
La poesia è pallida e nobile.
Non cambia niente, non incurva colline, non
dà un solo frutto rosso, non
fa il rumore di chi strappa
un pezzo di pane per offrire
un pezzo di pane.
Si rannicchia in un angolo e
non si lamenta.
Vive in tutto ciò che si innalza
all’aria e dal nascere.
Non chiede nemmeno una visita.
Le basta quel che non è successo.
Noblezas
El poema es pálido y noble.
No cambia nada, no curva colinas, no
da una sola fruta roja, ni
hace el ruido de quien arranca
un pedazo de pan para dar
un pedazo de pan.
Se acuclilla en un rincón y
no se queja.
Vive en todo lo que se alza
al aire y de nacer.
Ni pide que lo visiten.
Le basta con lo que no sucedió.
***
el vino
rojo al ojo/dulzor al bebedor/
su cuerpo arde en España/
su aroma toca la India/
languidece en la jarra/espera
desatarte la boca/iluminarte el paladar/
celebrar un misterio en tu cabeza/
el desdichado que aún tiene corazón/
sangre en el corazón/mezclada
con lágrimas/levanta
la jarra/prohibe penas
con la sangre de un pueblo de racimos/
gira la jarra/va
de una mano al calor de otra mano/
como si cada amigo
puliera un rostro del diamante/
il vino
rosso all’occhio/dolcezza al bevitore/
il suo corpo arde in Spagna/
il suo aroma tocca l’India/
langue nella caraffa/attende
di scioglierti la bocca/di illuminarti il palato/
di celebrare un mistero nella tua testa/
il disgraziato che ha ancora cuore/
sangue nel cuore/mescolato
a lacrime/solleva
la caraffa/proibisce le pene
col sangue di un popolo di grappoli/
gira la caraffa/passa
da una mano al calore di altra mano/
come se ogni amico
lustrasse una faccia del diamante/
Juan Gelman
COMMENTI
http://poesia.corriere.it/2014/01/17/per-la-morte-di-juan-gelman-poeta-argentino-dellesilio-e-del-dolore/
Questa e molte altre informazioni sono reperibili sul sito che io e la stessa Branchini curiamo da anni (ed è l’unico sito ad esser stato direttamente autorizzato dal poeta qualche anno fa):
http://www.juangelman.net
Buona lettura a tutti.
Mentre all’inferno bruciano i vili fascisti che gli hanno tolto i suoi cari