giovedì 17 gennaio 2013

Blitz in Algeria, caos su numero ostaggi uccisi



Cameron: avrei preferito essere avvertito


 Il sito in Algeria dove elicotteri militari algerini hanno bombardato

 Il sito petrolifero di In Amenas

 Mappa con il luogo dove si trova In Amenas, in Algeria

 Mokhtar Belmokhtar, leader del gruppo che ha preso in ostaggio 41 persone in Algeria

E' caos sul numero degli ostaggi uccisi, su quelli ancora vivi e su coloro che rimangono nelle mani dei sequestratori e, mentre passano le ore, dall'Algeria giungono dati in contrasto tra di loro e in costante mutamento. Una fonte locale ha detto alla Reuters che sei ostaggi stranieri e otto sequestratori sono stati uccisi quando le forze di sicurezza algerine hanno aperto il fuoco su un veicolo usato dai terroristi nel campo di gas di In Amenas. La sicurezza algerina riferisce a sua volta alla Reuters che altri 25 ostaggi stranieri sono riusciti a fuggire e sono vivi. In precedenza l'agenzia mauritana Ani e la Tv qatariota Al Jazira - citando uno dei sequestratori - avevano affermato invece che 34 prigionieri e 15 rapitori erano stati uccisi quando le forze governative avevano attaccato degli autobus con a bordo gli ostaggi con gli elicotteri. Secondo Al Jazira, in particolare mentre un convoglio composto da cinque automezzi stava uscendo dal campo è stato attaccato dagli elicotteri algerini che hanno colpito tre automezzi, mentre un quarto è esploso. Nessuna notizia del quinto. Sempre secondo l'Ani, in costante contatto con i sequestratori, sette persone sono ancora tenute in ostaggio: due americani, tre belgi, un giapponese e un britannico. Mentre, riferisce l'agenzia algerina Aps, quattro degli ostaggi stranieri in mano ai terroristi, nel sito petrolifero di Is Amenas, sono stati liberati dall'esercito. Per quanto riguarda invece il personale locale impiegato nel campo, la fonte locale ha dichiarato alla Reuters che 180 algerini sono scappati. Mentre secondo l'Aps, l'esercito algerino ha liberato 600 dipendenti locali che sono stati portati via da elicotteri.
Un drone americano ha sorvolato l'impianto per la produzione di gas finito nella mani degli estremisti islamici in Algeria. Lo ha detto un funzionario americano alla giornalista Barbara Starr, corrispondente della Cnn al Pentagono, spiegando che lo scopo dell'operazione è stato quello di raccogliere informazioni di intelligence sul sito. Il drone - anche se non ci sono conferme - potrebbe essere partito dalla base italiana di Sigonella.
CAMERON, AVREI PREFERITO ESSERE AVVERTITO OPERAZIONE - Il governo britannico non era stato avvertito preventivamente dalle autorità algerine sull'azione militare lanciata presso l'impianto di gas sotto attacco dei militanti integralisti ed "avrebbe preferito" esserne informato. Lo riferisce il portavoce di Cameron, precisando che Cameron ha appreso dell'operazione in una telefonata con il primo ministro algerino questa mattina alle 11. L'operazione militare e ancora in corso e la situazione è "molto grave", ha aggiunto. Downing Street fa sapere che Cameron ha fatto presente che avrebbe preferito essere informato dell'operazione militare e che il governo algerino ha sottolineato di aver dovuto agire "immediatamente".
CASA BIANCA, ABBIAMO CHIESTO CHIARIMENTI AD ALGERI - "Siamo preoccupati per le notizie riguardanti la perdita di vite umane e condanniamo con forza l'attacco terroristico in Algeria. Abbiamo chiesto chiarimenti al governo algerino". Lo ha detto il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney.
OSTAGGI, WEB DIFFONDE SOSPETTI E ACCUSE -  Un governo che si fa scavalcare, in casa propria, dai francesi: sono durissimi i commenti che gli internauti algerini stanno riservando alla leadership del Paese per la vicenda della presa di ostaggi nel sito petrolifero di In Amenas, rispetto alla quale sono in molti a esprimere dubbi su chi ne sia realmente responsabile e su chi possa, invece, approfittare della situazione che si è creata. Sono numerosi gli aspetti della vicenda che la blogosfera , a cominciare dalle modalità dell'assalto al sito petrolifero, per il quale, si chiedono, è strano pensare a un sistema di sicurezza così vulnerabile, sia da parte delle compagnie - straniere e algerine - che da parte delle autorità preposte. Considerato che nel sito lavorano circa ottomila persone e che quotidianamente c'é un continuo viavai di gente che entra ed esce, sarebbe scontato pensare, dicono gli internauti, che fossero attivi controlli che invece evidentemente non c'erano. C'é qualcuno che si spinge anche più in là asserendo che dietro l'operazione altri non ci sarebbe che la Francia, la quale, impegnata nell'intervento militare in Mali, in questo modo avrebbe inteso "arruolare" l'Algeria nel conflitto che ha investito il vicino Paese. Quanto sta accadendo nel sito petrolifero spinge poi i frequentatori dei forum a denunciare l'apparente subordinazione dell'Algeria alla Francia, che giunge persino a far sì che gli annunci che riguardino il Paese vengano fatti da Parigi. Come è accaduto per l'autorizzazione al sorvolo dei jet francesi. E poi, si chiedono ancora gli internauti, che Paese è mai questo in cui la televisione di Stato non ha mandato uno straccio di giornalista a In Amenas per seguire un evento che sta calamitando l'attenzione dei media di tutto il mondo? C'é pure chi sbeffeggia l'Esercito chiedendo come sia stato possibile che un gruppo di uomini pesantemente armati abbia potuto percorrere centinaia di chilometri in un territorio aperto, ma soprattutto presidiato, giorno e notte, da trecentomila uomini che hanno lo specifico compito di combattere il terrorismo. E molti sono gli ammonimenti a non sbagliare nella valutazione di quando sta accadendo, perché, sostiene qualche internauta, è una cosa interna all'Algeria. Del Mali, qui in Algeria, non importa niente a nessuno.
CAMERON,GB SI PREPARI AD ALTRE BRUTTE NOTIZIE - Il primo ministro britannico David Cameron ha detto che il Regno Unito deve prepararsi alla possibilità di ulteriori cattive notizie sull'evolversi della situazione in Algeria.

(ANSA)

Nessun commento:

Posta un commento