mercoledì 21 luglio 2021

Afghanistan: morto il capo dei talebani?

 


  Claudio Bertolotti

Il Covid-19 ha colpito la leadership talebana. Sebbene non confermato, il capo dei talebani mawlawi Hibatullah Akhundzada potrebbe essere morto a causa del coronavirus.

La nomina a capo dei talebani di Hibatullah, già luogotenente del mullah Omar e poi del suo successore mullah Akhtar Mohammad Mansour, pose termine alle lotte intestine al movimento scegliendo come sui collaboratori Sirajuddin Haqqani, comandante della cosiddetta “Haqqani network” vicina ad al-Qa’ida e ai servizi pachistani, e il giovane mullah Muhammad Yaqoub, figlio del fondatore dei talebani afghani, il mullah Muhammad Omar, a cui venne assegnato un ruolo all’interno della commissione militare poco più che formale ma che riuscì a compensare le rivendicazioni di importanti fazioni talebane.

Una nuova guida
Proprio il mullah Muhammad Yaqoub, contenuto per anni nelle sue ambizioni, avrebbe oggi assunto ad interim la guida del movimento sostituendo, di fatto, il mawlawi Hibatullah. Una promozione che sarebbe anche frutto del caso poiché il prescelto per il ruolo di guida, Sirajuddin Haqqani, sarebbe a sua volta impossibilitato a gestire il movimento poiché ricoverato a causa del Covid-19.

In tale quadro si è imposta la figura di leader de facto del mullah Yaqoub, con buona probabilità agevolato dal sostegno del Pakistan, da sempre attore influente all’interno della shura di Quetta attraverso il ruolo giocato dai servizi segreti pachistani dell’Isi (Inter-services Intelligence). Una scelta, quella ricaduta sul figlio del fondatore dei talebani, che potrebbe servire ad Islamabad per ridurre l’influenza di alcuni membri anziani della shura di Quetta, preparando così il terreno per una nuova generazione di mujaheddin amici del Pakistan.

Trattative in Afghanistan
I talebani sono oggi l’attore politico, prima ancora che militare, formalmente riconosciuto e invitato al tavolo negoziale dagli Stato Uniti con l’obiettivo di giungere a una soluzione negoziale che, di fatto, consegnerà il Paese agli stessi talebani. La guida di Yaqoub potrebbe così portare i talebani, attraverso gli accordi negoziali, a raccogliere i frutti concreti di una ventennale guerra di resistenza all’occupazione straniera e di opposizione a un governo contestato. Risultati che potrebbero essere ottenuti proprio grazie alle opportunità politiche create dal Covid-19.

Yaqoub, sino a oggi, si è dimostrato un sostenitore del dialogo negoziale, sebbene non si possano escludere resistenze da parte delle opposte correnti interne: il rischio di nuova frammentazione di un movimento tutt’altro che monolitico non è un’ipotesi remota, come hanno dimostrato le lotte intestine per la successione al mullah Omar nel 2015.

L’abilità del giovane capo e delle fazioni a suo sostegno si paleserà proprio nel riuscire a ottenere e a mantenere il più ampio riconoscimento possibile all’interno del Supremo Consiglio di Quetta e a gestire e bilanciare, da un lato, le ambizioni degli Haqqani e, dall’altro, il mantenimento della grande capacità finanziaria garantita dallo strategico mercato di oppiacei gestito in larga parte proprio dai talebani.

 

Claudio Bertolotti

Claudio Bertolotti, direttore di START InSight e ricercatore senior per la “5+5 Defence Initiative”, è stato capo sezione contro-intelligence e sicurezza della Nato in Afghanistan. È membro di Itstime. (Twitter: @cbertolotti1).
 
https://www.affarinternazionali.it/2020/06/afghanistan-morto-il-capo-dei-talebani/
 
Bush71
 

 

Nessun commento:

Posta un commento