Il 23enne, diciottenne all'epoca dei fatti, il 30 aprile 2020 uccise il papà Giuseppe Pompa con 34 coltellate nella loro casa di Collegno
A quasi cinque anni da quella terribile serata, spuntano nuovi particolari nel caso di Alex Cotoia, il giovane che uccise il padre a coltellate e che era stato prima condannato, poi assolto nell'appello bis perché avrebbe agito per legittima difesa. Nella serata di ieri sono emerse le motivazioni della sentenza con cui la Corte d'appello di Torino ha assolto il 23enne, diciottenne all'epoca dei fatti, che il 30 aprile 2020 uccise il papà Giuseppe Pompa con 34 coltellate nella loro casa di Collegno, alle porte di Torino. Lo fece, disse da subito, per difendere la mamma Maria Cotoia e il fratello Loris dalle violenze del genitore.
Le motivazioni della sentenza
Cotoia, scrivono i giudici, ha sferrato 34 coltellate al padre non per «odio, frustrazione o rabbia», ma perché «si è difeso fino a quando ha constatato che era inerme e non costituiva più un pericolo». Alex tre mesi fa è stato assolto dall'accusa di omicidio volontario per la morte dei genitore, Giuseppe Pompa: i giudici hanno concluso che si è trattato di un caso di 'legittima difesa putativa'.
Alex era intervenuto in favore della mamma nel corso dell'ennesima litigio in «un contesto a dir poco drammatico».
Inoltre, come scrive Repubblica, i giudici rimarcano che «l'affermazione secondo la quale Alex avrebbe utilizzato tutti i sei coltelli rinvenuti sulla scena del crimine non trova il benché minimo riscontro negli atti del procedimento. Non ci sono elementi idonei a dimostrare l'utilizzo esclusivo da parte di Alex e non anche del padre». I coltelli erano dunque stati usati anche da Pompa e non solo dal figlio, il che porta motivazioni ancora più solide alla tesi della legittima difesa: le ferite sulle mani del giovane erano infatti compatibili con i suoi tentativi di difendersi dal padre violento.
Pompa è stato descritto come una persona in preda di una «gelosia patologica» e di un «insopprimibile desiderio di imporsi sui familiari». Il clima in casa era ormai da tempo quello di «una pesantissima sopraffazione del marito nei confronti della moglie» e, quella sera, l'uomo sembrava in preda a una rabbia ormai «incontrollabile». «Anche a voler ritenere che Alex - scrivono ancora i giudici - abbia agito nella erronea convinzione che il padre intendesse armarsi di un coltello e, per questa ragione, lo abbia affrontato», ci sono elementi concreti e «idonei a indurre nell'imputato la ragionevole persuasione di trovarsi in pericolo». Quindi «è possibile ritenere integrati gli elementi della legittima difesa putativa».
https://www.leggo.it/italia/cronache/alex_cotoia_pompa_sentenza_motivazioni_legittima_difesa_oggi_9_4_2025-8768464.html?refresh_ce
Mucci71
Nessun commento:
Posta un commento