“La crisi è così grave che non c’è bisogno di elencare le imprese che hanno smesso. Tutte le imprese industriali vengono fermate, ad eccezione di quelle coinvolte nella produzione alimentare. Non esiste alcuna risorsa energetica per il settore industriale”, ha affermato Sergei Obolonik, Ministro dello Sviluppo Economico della Transnistria
Se per noi lo stop del gas russo attraverso l'Ucraina significa bollette salatissime, per la Moldavia, e ancor di più per la Transnistria, significa crisi energetica profonda
A Tiraspol il blocco di tutto il riscaldamento tranne per ospedali e simili, assieme al blocco della produzione industriale, può far precipitare la situazione in maniera devastante
Un paese non riconosciuto a livello internazionale, sostenuto dalla Russia, chiuso tra Moldavia e Ucraina, ha ben poche possibilità per affrontare al meglio una crisi così forte. La Russia non ha alcuna via sicura e utilizzabile per inviare aiuti a Tiraspol, nè tantomeno gas
Considerando che la più grande centrale elettrica che fornisce l'80% dell'energia alla Moldavia si trova proprio in Transnistria, è facile che le probabilità di una crisi politica e di tensione militare possa solo che aumentare
Il governo moldavo può far fronte ad una parte del suo fabbisogno tramite la Romania, anche se da Bucarest fanno sapere che in Moldavia andrà solo il surplus del fabbisogno romeno. La Transnistria non ha alcuna alternativa e il carbone usato in questi giorni durerà per soli 50 giorni
La tensione tra Moldavia e Russia, con il contenzioso tra Gazprom e il governo moldavo per un debito di 709 milioni di dollari, non riconosciuto da quest'ultimo, non aiuta, mentra in Transnistria non arriva più acqua calda nelle case e i termosifoni si sono spenti
La crisi umanitaria è dietro l'angolo e quando una nazione non riconosciuta affronta crisi senza apparenti vie di risoluzione, gli scenari che si aprono sono estremamente cupi, a partire da una migrazione di massa dei cittadini della repubblica verso la Moldavia, il pesante razionamento per tutti e caos amministrativo.
La guerra è la più comune delle conclusioni in questi casi. 50 giorni di tempo, poi la bomba esplode
Nicolò Monti
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