domenica 21 settembre 2014

CLIENTELISMO…URBI ET ORBI

 (google)

Il mio nome è Elena Dobici, sono nata a Roma il 19/09/1962. Mi iscrissi all’università a 31 anni, presso la facoltà di “Economia e Commercio” dell’Università “La Sapienza” di Roma. Pur lavorando come assistente domiciliare ai disabili, mi laureai con 110 e lode nel settore dell’economia matematica, ma il mio curriculum fu ignorato da istituti di ricerca, banche e aziende. Mi classificai al secondo posto, con il punteggio di 108/120, al concorso per il Dottorato di Ricerca, ma già durante i primi mesi del primo anno di dottorato, mi fu consigliato di dimenticare la strada della carriera accademica. Scrissi ad un professore di una università americana, poiché intenzionata a lasciare l’Italia, ma costui mi rispose che anche lì c’erano gli stessi problemi del nostro paese e seppi che per trovare lavoro all’estero servono agganci qui in Italia. Tutti parlano di cervelli in fuga, credendo che l’estero sia il refugium peccatorum degli incompresi, ma pochi sanno che quelli che partono e trovano ascolto sono presentati all’estero da referenti italiani.
Nel settembre 2006 trovai lavoro come assistente ai disabili e vinsi una borsa di studio per trenta ore di attività didattico-integrative, che mi permisero di svolgere dopo più di un anno, quando ero già dottore di ricerca. Qualche mese dopo presentai un articolo estratto dalla tesi di dottorato nel corso di un evento prestigioso a “La Sapienza”, ma il mio lavoro fu pubblicato come working paper del dottorato in economia politica dopo un anno e mezzo, per cui, non avendo nel frattempo pubblicazioni al mio attivo, fu respinta la mia candidatura per un incarico da professore a contratto presso una sede periferica de “La Sapienza”.
Su suggerimento del mio relatore Prof. Claudio De Vincenti, avevo predisposto tre articoli, ma costui, dopo mesi di temporeggiamento, mi ha risposto chiaramente che le probabilità di carriera universitaria erano diventate zero, in quanto i miei 47 anni erano considerati un’età troppo avanzata. Poiché nei concorsi pubblici sono stati aboliti i limiti di età e nei bandi per l’assegnazione degli assegni di ricerca non viene menzionata una età massima, per quale motivo io sono stata discriminata per il fatto di avere 47 anni? E’ ovvio che l’età è solamente un pretesto. Mi è stato detto che per avere qualche possibilità di ottenere un assegno di ricerca dovrei fare pubblicazioni, ma per motivi indipendenti dalla mia volontà, queste pubblicazioni non ho potuto farle ed hanno aggiunto che anche se avessi le pubblicazioni, non avrei speranza perché in età troppo avanzata. I miei docenti de “La Sapienza” sono tutte persone estremamente valide, conosciute nel mondo per i loro lavori: Claudio De Vincenti, Nicola Acocella, Giuseppe Ciccarone, Galeazzo Impicciatore. Devo pensare che prima in questa università regnava la meritocrazia, mentre da un certo punto in poi si è data la possibilità di affermarsi solo a chi è legato da rapporti parentali o clientelari a personaggi importanti?
Dal 2009 al 2013 ho ottenuto incarichi come docente a contratto presso l’Università della Tuscia di Viterbo per Teoria del Commercio Internazionale, Politica Economica, Economia Politica, ottenendo la stima e l’approvazione dei docenti che mi hanno conosciuta e, soprattutto, degli studenti. Nei primi anni ho ottenuto tre contratti contemporaneamente, ma lo scorso anno, nonostante l’apertura di due nuove facoltà nel mio dipartimento, mi è stato abolito l’insegnamento di Teoria del Commercio, nonostante il successo ottenuto presso gli studenti e l’ottima valutazione da parte di questi ultimi, mentre per il prossimo anno accademico non mi è stato assegnato nulla. Le motivazioni? Mancanza di fondi e di pubblicazioni, le stesse pubblicazioni che nessuno mi ha dato l’opportunità di fare, ma che possiede nel curriculum chi ha ottenuto il contratto al mio posto. Nonostante il compenso sia diminuito notevolmente, i concorrenti sono aumentati, in quanto le docenze a contratto costituiscono un trampolino di lancio per aspirare ad un ruolo stabile. Ero idonea quando avevo poca esperienza, ora che la mia formazione è migliore, non lo sono più.
Ma se avessi avuto il cognome di qualcuno o fossi legata in qualche modo a qualche dinastia, a quest’ora avrei pubblicato qualcosa o avrei avuto un incarico stabile? Dal 1993 al 2013 sono passati venti anni, anni buttati al vento, perché nella mia vita non è cambiato assolutamente niente. E’ servito a qualcosa vivere, studiare e lottare? La mia risposta è che presso le abitazioni di famiglie con disabili da accudire, la laurea, il dottorato di ricerca e l’esperienza della docenza, non servono a nulla,
Io ed il lavoro da badante, un matrimonio indissolubile, finché morte non ci separi.
Elena Dobici

Tel. 067883190, cel. 3349903100

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