giovedì 7 agosto 2014

DOSSIER HAMER
La terapia

L'associazione specifica sempre di non poter effettuare cure: eppure in tutti e due i casi che sono riuscito a documentare viene coinvolto, in maniera più o meno diretta, il presidente Marco Pfister. Sin dall’inizio della mia inchiesta Marco Pfister (che stranamente Hamer nelle sue lettere chiama "alias Pfister", indicando che non sarebbe quello il suo vero nome - ma è una voce priva di fondamento) non si è mai fatto avanti, preferendo lasciare la parola al presidente del “Comitato scientifico” Danilo Toneguzzi, medico psichiatra, che forse proprio per questo è passato anche nell'ufficio stampa. Del resto un medico è sempre più spendibile, da un punto di vista mediatico, di un ex barista.

Nelle lettere pervenute nella redazione del mio quotidiano, "Cronache del Mezzogiorno", non hanno mai negato quanto attribuito loro, ma si sono limitati a specificare -ad esempio- che il giro d’affari stimato in oltre 600mila euro annui era regolarmente denunciato all’Agenzia delle entrate. Nessun cenno ai casi di pazienti deceduti dopo i consigli di Pfister, che organizza corsi biennali del costo di migliaia di euro (ma, precisano, in maniera autonoma ed esterna all’associazione). Il comitato scientifico, però, ha come obiettivo anche la terapia: «Alla luce delle diverse conoscenze specialistiche stiamo confrontando e condividendo gli approcci terapeutici più idonei, farmacologici e non, che siano in accordo con le Leggi Biologiche», si legge sul loro sito.

Dopo che l'inchiesta sulle teorie hameriane è approdata anche sulle pagine nazionali di Libero, grazie alla pungente penna di Peppe Rinaldi, i Nas hanno fatto visita all'associazione (fonte: MeetUp di Beppe Grillo e risposta di Simona Cella del 21 dicembre 2007 nella sezione del loro sito "Albavirisponde"). Non sono noti gli esiti di tale ispezione, né la motivazione che ha spinto i Carabinieri ad intervenire. Potrebbe trattarsi anche di un braccio dell'inchiesta giudiziaria a carico di Paolo Rossaro. Credo tuttavia che i Nas abbiano trovato ben poco: in tutti i casi che sono riuscito a documentare il "terapeuta hameriano" non ha mai scritto nulla, e tutte le prescrizioni mediche avvenivano tramite telefono. Sarebbe invece interessante analizzare meglio, da parte dei Carabinieri, come si svolge esattamente il servizio telefonico "Secondo parere", che approfondisco nella
 pagina seguente.

In ogni caso Alba ha dichiarato per bocca di Marco Pfister e Simona Cella di aver provveduto a querelare "Libero" per diffamazione (vedi
 articolo): ma neanche loro hanno saputo indicare quali fossero i punti "diffamatori". Infatti quanto riportato da Peppe Rinaldi è stato scrupolosamente documentato, così come tutto quanto raccolto in questo sito. Di tale querela, però, nessuno ha più saputo nulla.
Eppure tempo fa i dirigenti Alba lanciarono la "campagna del block notes": in sostanza ogni volta che un hameriano si fosse rivolto ad un medico avrebbe dovuto chiedergli di mettergli per iscritto quanto questi diceva. Un atteggiamento di sfida che cozza con il rapporto di fiducia che dovrebbe esistere tra medico e paziente, ma tralasciamo: è interessante notare come invece i "terapeuti hameriani" non mettano
 mai nulla per iscritto. Già, perché se il paziente guarisce sono stati bravi loro a guidarlo verso la guarigione, mentre se muore è stata colpa del paziente stesso che non ha trovato in sè la forza di reagire, o è colpa dell'ambiente circostante, o è subentrato un imprevisto. Purtroppo anche parlare di "casi guariti" è difficile, perché non esiste un solo caso che documenti tale presunta guarigione, a differenza di quanto avviene (e sta avvenendo) per i tanti decessi.

© 2007-2010 Ilario D'Amato

http://www.dossierhamer.it/terapia.html

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