DOSSIER HAMER
Franco Longo
Franco Longo, 51 anni nel 2006, segno astrologico Cancro, di Carugo (provincia di Como). Nasce a Rovereto, ma quando ha appena sei mesi la sua famiglia si trasferisce a Pompei. Lì ha una vita piuttosto spericolata («sfidai la morte tante di quelle volte», scrive). In età adulta torna a Rovereto, dove si appassiona al gioco del biliardo. Comincia ad avere pensieri suicidi, tanto da organizzare addirittura un “finto omicidio” di ritorno a Pompei: «conoscevo delle “persone” a Pompei che per quattro soldi ammazzano uno qualunque, dato che ci avevo chiacchierato alcune volte me lo facevano il “piacere” di ammazzarmi se glielo chiedevo io, in più li pagavo». Ma per alcuni disguidi l’omicidio-suicidio salta. In un punto imprecisato della sua vita viene ricoverato forzatamente in clinica psichiatrica per 25 giorni. Successivamente parla di una clinica, a Trento, chiamata “Villa d’oro”.
Il 7 settembre 1996 comincia la sua avventura con il Reiki. Al lavoro sente parlare dei malati di Aids in Africa: gioca al lotto, vince, e con i soldi solo per il biglietto si ritrova in Kenia, a Kriobanci, da padre Alex Zanotelli. Lo incontrerà poi a Koroghocio. Sposa una indigena di nome Elleni, ma divorziano subito dopo. Comincia a pensare ad un “conflitto di svalutazione” di tipo hameriano: «da quando sono nato ad allora avevo avuto sempre questi pensieri. Per forza di cose avevo avuto quelle malattie, SBS, e poi se ne aggiunsero altre, un grosso disturbo ai testicoli (ex moglie, la consideravo come una figlia), due metastasi alle ossa di cui una legata alla ex-moglie, un cancro ai reni (alla mia famiglia), un cancro al colon (dovuto alla N.M. - i medici che avevo incontrato non mi dicevano la verità) e altre cose nel cervello che Dio non sa. Proprio quello l'inizio della mia rinascita!!!» Una sera tornando a casa si mette a girare su internet e scopre i forum di medicine alternative, tra cui Promiseland. Tramite una mailing-list scovata su questi forum conosce Lucia, titolare della gelateria “Gloria” di Rovereto, della quale si innamora. Si occupa di “channeling”, è sposata e ha dei figli, ma il rapporto con il marito pare in crisi.
A maggio del 2003 nell’ospedale di Rovereto gli diagnosticano metastasi al bacino - il tumore originario pare provenire dai polmoni o dai reni. Continuano a frequentare numerosi seminari “alternativi”. Una sera in albergo a Monza, dopo uno di questi seminari, si sente molto male: «mi lamentavo dal dolore. Fin qui è normale, poi il dolore si alzò di tono. Facevo con la testa di qua e in là per il dolore, respiravo più velocemente, poi la testa la giravo più velocemente e man mano urlavo più forte. Provavo un dolore indicibile. Lei mi teneva la mano destra sul cuore e la mano sinistra sulla testa. Continuavo sempre più forte a girare la testa e a urlare, provavo delle fitte incredibili. Continuava a tenermi la mano sul cuore e sulla testa. Lei pregava, io urlavo. Sentii tutto d'un botto scomparire il corpo, sentivo la testa-il cuore-il piede sinistro,sentivo questi 3 organi. Poi nulla, il dolore era scomparso. Sentivo la testa e il cuore, il piede erano svanito, senza un dolore. Poi mi svanirono anche la testa e il cuore. Dio come stavo bene, mi sentivo come una barca ferma su un mare piatto. Smisi di respirare, ma come stavo Bene!!!». Lucia si spaventa, urla il suo nome, e Franco torna a respirare. «Dopo che si fu addormentata mi sentivo benissimo. Mi alzai e feci reiki su tutto il corpo di lei, dato che era stanchissima. Lei in quel momento, dato che sentiva le vibrazioni, si svegliò ed ebbe paura. Poi ridemmo all’impazzata, io che, come un folletto, giravo attorno a lei facendole reiki! Venne il giorno dopo. Memori della notte passata scrivemmo una bella lettera della avvenuta guarigione, non scrivemmo tutta la verità perché ci prendevano per pazzi». E specifica: «non conoscevo il dottor Hamer, ma ero convinto che non morivo!».
E infatti solo a questo punto apprende le teorie della “Nuova Medicina”: «il giorno dopo, mentre stavo in cucina, [Lucia] mi chiamò a farmi vedere un articolo su internet che parlava del dottor Hamer (inserisce il link al sito www.nuovamedicina.com, ndr). Lo trovai molto interessante, parlava dei conflitti che fanno venire le malattie oncoequivalenti e tutte le malattie. Mi comprai i libri e mi misi a studiarli, o meglio, a studiarceli, io e Lucia. Mettemmo a soqquadro internet in cerca di un medico che si occupasse di nuova medicina ma niente, alla fine telefonammo al centro della N.M. (con tutta probabilità l’associazione Alba, ndr). Ci dissero che c'era la terapeuta di Monza. Telefonammo, ci disse che si era ritirata. Non sapevamo dove sbattere la testa. Un giorno Adriana, una donna della Terza Onda, ci da l'informazione tanto attesa. Ci disse di telefonare a Brescia dove c’è un medico della nuova medicina che si occupa di queste cose. Prendemmo l’appuntamento e ci presentammo lì. Si chiama Rosa Moreschi». In effetti tra i medici-chirurghi iscritti all'Ordine di Brescia risulta una dottoressa Rosa Moreschi nata a Nave (provincia di Brescia) il 4 settembre 1950, laureata in medicina il 6 luglio 1977.
Il racconto prosegue: «Ci fece entrare quasi subito. Prima mi fece entrare in una saletta in cui con uno strumento elettronico mi misurò l'energia dalla testa ai piedi, e risultò anche il rapporto età reale/età virtuale in base all'invecchiamento del corpo in proporzione agli anni che avevo. Ci fece accomodare e guardò le TAC al cervello, un cancro ai tuboli collettori del rene sinistro, una metastasi ischio pubica sinistra e una malformazione al testicolo sinistro. Parlammo un po’, e visto che non aveva tempo non ci fece pagare la visita. Ci diede appuntamento alla settimana prossima che faceva una serie di corsi, uno alla settimana.
C’erano molte persone e altre arrivarono, viene la dottoressa e ci sediamo. Cominciò a spiegare la N.M. Cominciò a fare esempi di animali che si erano ammalati, ma gli animali pensano correttamente il modo di curarsi da questi cancri, noi umani pensiamo in modi più svariati, quindi è più difficile trovare il conflitto e come curarlo ammesso e non concesso che troviate il medico che vi dice questo importante particolare, ci viene a conforto che il conflitto dovrebbe essere a circa 9 o 12 mesi dalla malattia quando viene diagnosticata, quindi… Ebbene la dottoressa dopo circa due ore la mattina e tre ore il pomeriggio spiegò il contenuto dei suoi corsi (che comprendeva la PNL che serve appunto per cancellare i conflitti, t'insegna un nuovo modo di pensare e di parlare) e ci lasciò andare. Ci andai solo io, Luce (così chiama a volte Lucia, ndr) per un motivo o per un altro non ci poteva venire. Fu un corso molto interessante, si svolgeva in vari seminari.
Per quanto mi mettessi d’impegno andava avanti la trasformazione (parla delle sue metastasi, ndr). Andava avanti, boh, a volte mi sentivo meglio, molte volte mi sentivo peggio… Ma quando vide tutte le TAC dell'osso si allontanò la Rosa, non aveva idea la dottoressa di quanto grande fosse la trasformazione».
Ma l’esperienza non lo smuove dalle sue convinzioni hameriane: «andai dalla dottoressa Ferreri, medico di famiglia, a prescrivermi la Pet. Venne il giorno fissato e andammo a Milano a fare l'esame accompagnato da Lucia, sempre e solo lei. Aspettammo il nostro turno. A differenza dei malati come me, io e Lucia eravamo allegri. Venne il mio turno, entrai nella sala attigua e parlai con la dottoressa che faceva l’esame, spensierati. La dottoressa che mi faceva l'esame guardando le carte scoprì che seguivo le terapia di Hamer. La dottoressa andò su tutte le furie, bla bla bla lo sai che chi segue Hamer muore! Io: "dovevo campare due o tre mesi, sono ancora qua, se muoio muoio ma non è colpa di Hamer, con questa malattia si muore molto prima". Farfugliò qualcosa e se ne andò».
In questo frangente (siamo al 2005) gli viene scoperto un cancro al rene di 4,8cm, che pare in necrosi. «Andammo avanti così senza far niente della medicina ufficiale», scrive. Parte per il Senegal. Poi «mi presentai in Germania con il camper ad Ahidemberc (scusate se non è scritto giusto), c'era la manifestazione in favore del dottor Hamer». Continua a girare con il camper: «non mi sentivo un uomo malato a morte, è come avessi un raffreddore ma che ci vuole tempo a guarire e con il dolore non ci facevo caso se non era al massimo». La situazione peggiora, ed è costretto a fare alcune Tac al pronto soccorso, forse di Terni. Lo visitano, ma lui rifiuta il ricovero. Ha un’altra crisi: sviene, e viene trasportato al pronto soccorso di Premeno. L’indomani prova a fuggire, ma dopo aver percorso un po’ di strada sviene e ritorna in ospedale. «Dopo un pò arrivo Lucia, si vide tutto lei, firmò la carta che se mi sentivo male era colpa sua».
A maggio del 2006 si rompe l’acetabolo, e dopo 15 giorni si rompono tre ossa del bacino. «M'ero messo in carrozzella, non ce la facevo più a stare in piedi. Vado in bagno, arrivato sul bidé dovevo prendere i bastoni per andare sulla tazza, faccio quel che devo fare, mi stavo alzando mi si rompe l'acetabolo sinistro: logorato, frantumato dalla metastasi. Caddi a terra urlando dal dolore. Dopo un po', strisciando, mi metto con tutta cautela sulla sedia a rotelle. Mi metto sul letto, un'altra volta piangevo dal dolore. Telefono a Lucia sul lavoro dicendo che ero caduto, quando venne a casa si accorse della gravità del fatto». Dopo 4 giorni «si ruppero, un'altra volta, 3 ossa al bacino. Si ruppero patologicamente. Lì soffrii quanto mai mi ero immaginato, tutte le volte che facevo un micromovimento piangevo urlando dal dolore (…) Al che mi vidi costretto, tramite i figli di Lucia che vedevano quelle scene brutali, anche tramite me che avevo bisogno di tutto, ad andare a Rovereto dai miei genitori e alle cure palliative a farmi assistere. A casa dei miei genitori durò poco, perché mio padre è molto malato. Andai nell'hospice di Mezzolomardo vicino Rovereto. Lì mi trattarono bene, gli e le infermieri/e mi trattavano con la massima dolcezza, massimo 5 giorni avevo bisogno di loro e poi basta. Rimasi lì un mese, di nuovo con la mia Bella. Mi sentivo rinato, con la sedia a rotelle andavo dappertutto, roba di 5 minuti poi mi dovevo stendere. I dottori avevano detto che avevo fatto passi da gigante! Duro un paio di mesi, di nuovo all'hospice di Erba. Ma non mi do per vinto. Poco prima che andassi ad Erba mi feci visitare da un professore di cui ho già scritto prima, mi aveva dato grossisime basi di guarire».
Sta parlando di Samorindo Peci, inventore della "Medicina Biologica" «che si ispira al Dr. Hamer» (fonte: Shantimandir.org), nonostante questi abbia poi preso le distanze dall'ex medico tedesco e dall'associazione Alba (fonte: samorindopeci.it). Così ne descrive l'incontro: «Lucia ed io siamo andati dal dottor Samorindo Peci di Milano. Stavo in pensiero, pensavo a tutte le volte che eravamo andati, pieni di buona speranza in lungo e in largo e niente di niente, più scoraggiati di prima. Invece il dottor Peci quando ha visto le due radiografie al bacino mi ha detto la soluzione condivisa da noi due. Ha detto molte cose che i medici della nuovamedicina non avevano detto o non sapevano, senza neanche guardare gli esami complessivi, ha guardato solo le TAC al cervello, l'operazione che ho avuto nell'81, che si vede nella TAC e ha confermato l'analisi precedente. Roba da non credere!!! Quando ho parlato io che mi credevo di essere guarito per tre volte e mi sono dato da fare, imbiancavo... Mi ha detto così: come tu stavi guarendo e ti mettevi a lavorare, ci vogliono nove o dodici mesi per cominciare a lavorare, tu dopo tre o quattro giorni che stava iniziando il processo di guarigione lavoravi? Roba da matti! Finalmente ci siamo... mi sto avvicinando alla guarigione!!! Il cerotto [la morfina, ndr] va a inibire i neuro recettori. Invece il conflitto (femmina-maschio) nasce dall’operazione che ho avuto nell’81, nasce il cancro o una malformazione al rene che si era bloccato per via degli altri conflitti (non potevo parlare, non potevo utilizzare il micromovimento per scrivere ecc.) Al tempo dell'operazione ero afasico- dislessico e la parte destra paralizzata. La MAV: malformazione arterio venosa. Ora prendo la medicina in gocce omeopatica di Testosterone unito allo Zometa che serve a rinsaldare le ossa, una volta che prendo queste medicine piano piano si sposta sull’emisfero destro e finalmente posso camminare, occorre aspettare dei mesi, fino a quando non starò bene in piedi e non mi passeranno i dolori».
E conclude l’ultimo post con queste parole: «Ed ora sono qua. I dolori aumentano, ma era previsto. Si stanno rinsaldando le ossa e ciò fa male. Si sta facendo il periostio, quel callo sopra gli ossi. Mica sono uno, a quanto pare sono 4!! Sopporterò anche questi dolori». Il suo pensiero è sempre che «il cancro proviene da un conflitto, da quando mi sono separato. Incomincerò da lì».
Ma dal 21 ottobre 2006 non ha più scritto nulla sul suo blog.
© 2007-2010 Ilario D'Amato
http://www.dossierhamer.it/francolongo.html
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