giovedì 14 marzo 2013

Alimenti: gli sprechi nel mondo potrebbero sfamare tutta l'Africa, dati agghiaccianti



Di Vincenzo Iozzino

Nel 2011 i dati stimati dalla FAO (organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura) indicano che gli sprechi alimentari nel mondo ammontano a 1,3 miliardi di tonnellate l’anno, praticamente un terzo della produzione totale di cibo destinato al consumo umano. Se vogliamo invece parlare di sprechi domestici, risulta che all’anno ogni persona mediamente spreca 110 kg di cibo commestibile negli Stati Uniti, 108 in Italia, 99 in Francia, 82 in Germania e 72 in Svezia, una classifica raccapricciante che deteriora sempre di più il substrato della nostra civiltà.


Spreco
(Foto: Flcikr / Piccolo archivio di gastronomia )
Spreco


Questo gravissimo problema non riguarda solo i consumi casalinghi, che con un po' di attenzione potrebbero essere risolti a vantaggio dell'economia domestica. I dati agghiaccianti riguardano principalmente i Paesi industrializzati, che sprecano 670 milioni di tonnellate l'anno, ovvero il 30% del cibo prodotto per l'alimentazione umana. Solo i consumatori, secondo la FAO, ogni anno buttano circa 222 milioni di tonnellate di cibo. In questa situazione il nostro paese di certo non brilla, infatti, secondo Coldiretti, è ritenuto responsabile di circa 10 milioni di tonnellate di cibo sprecate all'anno, e su ogni famiglia la perdita di denaro calcolata per l'intero anno solare è in media 454 euro.
Per tamponare e cercare di ridurre lo spreco alimentare, il Parlamento europeo ha proposto delle misure urgenti da adottare, queste le più importanti:
1) Educazione agli sprechi
Ridurre gli sprechi di cibo entro il 2025 attraverso campagne di sensibilizzazione sia a livello comunitario che nazionale introducendo, con il sussidio della scuola appositi corsi.
2) Adeguata etichettatura
Le etichette in uso nell’UE quali "da consumarsi preferibilmente entro il", "data di scadenza" e "da consumare entro", devono essere più chiare, infatti l'incomprensione incide notevolmente sulla destinazione finale dell'alimento. Inoltre, i cibi vicino alle date di scadenza così come i  prodotti alimentari danneggiati, come avviene già in qualche catena di ipermercati, dovrebbero essere venduti a prezzi scontati, ma la maggior parte preferisce cestinarlo.
3) Favorire i ristoratori responsabili
Bisognerebbe adottare delle norme che favoriscano la distribuzione di cibo non utilizzato ai bisognosi, o alle banche alimentari ovviamente a titolo gratuito.


 http://it.ibtimes.com/articles/44750/20130313/sprechi-cibo-fao.htm#ixzz2NTNU8vJG


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