- “OLTRAGGIO” DEL SUDAFRICA VERSO ISRAELE - VIA LA SCRITTA “MADE IN
ISRAEL” DAI PRODOTTI DEI TERRITORI OCCUPATI DAI COLONI - VERRA’
SOSTITUITA DA “'FABBRICATO NEI TERRITORI PALESTINESI OCCUPATI” - IL
GOVERNO SUDAFRICANO: “RICONOSCIAMO I CONFINI DEL 1948” - PROTESTE A
RAFFICA DELLA COMUNITA’ EBRAICA SUDAFRICANA E DEL GOVERNO DI
GERUSALEMME: “DECISIONE RAZZISTA E DISCRIMINATORIA…”
- N ISRAEL MADE IN ISRAEL
Repubblica.it
Shops made in israel
Niente più provenienza israeliana. Il Sudafrica da oggi ha bandito
l'etichetta 'Made in Israel' dalle confezioni dei prodotti provenienti
dagli insediamenti dei coloni ebrei nei Territori palestinesi occupati:
insediamenti considerati illegali dalla comunità internazionale. Al suo
posto, sui prodotti importati ci sarà la scritta 'fabbricato nei
territori palestinesi occupati'.
MADE IN ISRAEL
Il ministro del commercio ha dato il suo assenso alla misura per
consentire ai consumatori di sapere che l'origine dei prodotto non è
Israele, ha spiegato alla stampa il portavoce Jimmy Manyi: "Questo è in
linea con la posizione del Sudafrica che riconosce i confini del 1948
definiti dalle Nazioni Unite e non riconosce i territori occupati oltre
quei confini come parte dello stato di Israele".
Il governo sudafricano - che in passato ha tenuto una posizione di
stretta neutralità nel conflitto israelo-palestinese - si è basato,
sostiene ufficialmente, su una legge per la protezione dei consumatori
del 2008. Il Sudafrica - dove i palestinesi hanno un'ambasciata - non ha
mai sostenuto iniziative di boicottaggio dei prodotti di Israele, Paese
con cui vanta tradizionalmente buoni rapporti diplomatici.
MADE IN ISRAEL
Ma questa decisione rischia di causare una crisi diplomatica. La
misura, adottata dal consiglio dei ministri e ritenuta più simbolica che
commerciale, era già in programma dallo scorso maggio, e già allora era
stata giudicata "razzista" dalla diplomazia israeliana, oltre ad aver
scandalizzato una parte della comunità ebraica del Sudafrica e i
conservatori evangelici. Tradizionalmente divisa sulla politica di
Israele e in passato molto attiva nella lotta contro l'apartheid, la
comunità ebraica del Sudafrica, si è infatti detta "indignata" da una
misura ritenuta "discriminatoria e foriera di divisioni".
MADE IN ISRAEL La
reazione del governo guidato da Benyamin Netanyahu non si è fatta
attendere. In una nota ufficiale da Gerusalemme, il portavoce del
ministero degli Esteri, Yigal Palmor, annunciando la convocazione
dell'ambasciatore sudafricano, ha definito la scelta di Pretoria "senza
precedenti", "discriminatoria" e "totalmente inaccettabile": "Israele e
il Sudafrica hanno divergenze politiche che sono legittime - si legge
nella nota - . Quello che è totalmente inaccettabile è l'uso di misure
che, in sostanza, discriminano e isolano, creando un boicottaggio
generale".
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