lunedì 19 aprile 2021

 

Afghanistan, la paura delle donne prima del ritiro delle truppe: «Siamo vittime della guerra e saremo vittime della pace»

L’allarme per la condizione femminile dopo l’annuncio di Biden sulla smobilitazione del contigente straniero e sugli accordi coi talebani 

 
Afghanistan, la paura delle donne prima del ritiro delle truppe: «Siamo vittime della guerra e saremo vittime della pace» 
Il mese scorso Farzana Ahmadi ha visto una vicina del suo villaggio nel nord dell’Afghanistan fustigata dai talebani. Il suo “crimine”: aveva lasciato scoperto il viso. Tutto questo accadeva subito prima che il presidente statunitense Joe Biden confermasse il ritiro delle truppe - previsto per l’ 11 settembre. 
 

In un lungo articolo il New York Times riporta l’opinione di molte afghane - membri della società civile, politiche, giornaliste e altre. Alla domanda cosa si aspettino dal ritiro, tutte hanno risposto la stessa cosa: qualunque cosa accadrà non porterà nulla di buono alle donne. Sia che i talebani riprendano il potere con la forza sia che lo facciano in seguito ad un accordo con il governo afghano, la loro influenza crescerà. «Le donne sono vittime delle guerre degli uomini», ha detto Raihana Azad, membro del parlamento afghano. «Ma quelle stesse donne saranno vittime della loro pace».

Quando i talebani governarono l’Afghanistan dal 1996 al 2001, proibirono alle donne e alle ragazze la maggior parte dei lavori o di andare a scuola, e praticamente le fecero prigioniere nelle loro stesse case. Dopo l’invasione statunitense per rovesciare i talebani e sconfiggere Al Qaeda sulla scia degli attacchi terroristici dell’11 settembre, il grido di battaglia dell’Occidente di liberare quelle donne a molti sembrò un’impresa nobile. Certo, alcune scuole hanno riaperto, offrendo a giovani donne e ragazze una possibilità di istruzione e carriera che molte prima di loro non avevano. Ma anche prima che le truppe americane toccassero il suolo afghano, alcune donne avevano già rischiato la vita studiando e insegnando di nascosto.

In due decenni, gli Stati Uniti hanno speso più di 780 milioni di dollari per promuovere i diritti delle donne in Afghanistan. Sebbene i progressi siano stati disomogenei, le ragazze e le donne ora costituiscono circa il 40% degli studenti. Si sono unite alle forze armate, hanno ricoperto cariche politiche , hanno gareggiato alle Olimpiadi, sono diventate scienziate , hanno scalato montagne e altro ancora - tutte cose che erano quasi impossibili 20 anni fa. Eppure queste conquiste non hanno riguardato tutte le afghane. Nelle aree controllate dai talebani, l’istruzione delle donne è estremamente limitata, se non inesistente. In alcune aree dell’est e dell’ovest del paese, i talebani hanno aperto scuole per ragazze che le studentesse possono frequentare solo fino alla pubertà. Ma le scuole sono regolarmente oggetto di attacchi e più di 1000 istituti sonno stati chiusi negli ultimi anni.«Era il mio sogno lavorare in un ufficio governativo», ha detto Ahmadi, 27 anni, che si è laureata alla Kunduz University due anni fa prima di trasferirsi in un villaggio controllato dai talebani con suo marito. «Ma porterò il mio sogno nella tomba».

«Nonostante i reali miglioramenti, l’Afghanistan rimane uno dei posti più difficili al mondo per essere una donna», si legge in un rapporto pubblicato governo degli Stati Uniti pubblicato a febbraio. Gli sforzi degli Stati Uniti per sostenere le donne, le ragazze e l’uguaglianza di genere in Afghanistan hanno prodotto risultati contrastanti. La violenza domestica rimane un problema persistente in Afghanistan. Secondo un rapporto di Human Rights Watch, circa l’87% delle donne e delle ragazze afghane subiscono abusi domestici nel corso della loro vita.

Nella conferenza di pace che si è tenuta Mosca a marzo tra il governo afghano, i mediatori del potere politico e i talebani, solo una donna, Habiba Sarabi, era nella delegazione di 12 membri inviata dal governo afghano. E solo quattro fanno parte della squadra di 21 persone a Doha. Ma uno dei vantaggi quasi indiscutibili è stato l’accesso dell’Afghanistan a Internet e ai media. La copertura si estende in gran parte del paese, il che significa che le donne e le ragazze afghane hanno più spazio per imparare e connettersi al di fuori delle loro bolle e villaggi familiari. Anche i mezzi di informazione afghani sono sbocciati dopo grandi investimenti da parte di governi e investitori stranieri e molte donne sono diventate giornaliste e celebrità di fama nazionale. Ma anche il loro futuro è incerto. E anche loro sono nel mirino.

 

 https://www.corriere.it/esteri/21_aprile_19/afghanistan-paura-donne-prima-ritiro-siamo-vittime-guerra-saremo-vittime-pace-34c1e6c0-a0fc-11eb-8f82-b67ef1674282.shtml

Berlusconi71

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