Regista premonitore ed intuitivo, ha diretto solo
pochi film, ma raccogliendo sempre riconoscimenti e premi, a Venezia ed a
Cannes. Aveva 85 anni
Alain Jessua
Si è spento, all'età di 85 anni, il regista francese Alain Jessua, che,
nella sua pur breve filmografia, aveva lanciato decine di attori di
primo piano.
''Alain Jessua, il mio amore così grande e così bello per trent'anni, è
morto stasera all'ospedale di Evreux, dove era in terapia intensiva da
un mese a causa di una doppia polmonite", ha annunciato, oggi, la sua
compagna, la giornalista Régine Magné.
Nato il 16 gennaio 1932 a
Parigi, Jessua aveva iniziato a 19 anni nel cinema come apprendista nel
film ''Casque d'Or'' di Jacques Becker, prima di lavorare come
assistente nei film di Yves Allégret (''Mam'zelle Nitouche'') e Max
Ophüls (''Madame de ...'', ''Lola Montès''). "Considero Ophüls come un
maestro'', aveva detto nell'aprile scorso il regista. Durante la sua
stringata filmografia, ha creato le più grandi star, come Gérard
Depardieu, Alain Delon, Annie Girardot, Patrick Dewaere, Michel
Serrault, Nathalie Baye e Jean Rochefort.
Nel 1956, il suo primo
cortometraggio, ''Léon la lune'', un film muto su una giornata di un
vagabondo parigino, vinse il premio Jean Vigo. Dopo questo successo, ha
diresse il primo lungometraggio, ''La Vie à l'envers ''(1964), con
Charles Denner e Jean Yanne. Un ritratto di un agente immobiliare che
sprofonda nella solitudine fino alla pazzia che gli valse il premio per
il miglior film straniero al Festival del Cinema di Venezia. Ha poi
vinto il premio per la sceneggiatura al Festival di Cannes nel 1967 per
il suo secondo lungometraggio, ''Jeu de massacre'', con Jean-Pierre
Cassel e Michel Duchaussoy.
Per la Cinémathèque, che ha gli dedicato
una retrospettiva ad aprile, Jessua è sempre stato un regista
premonitore e intuitivo, la cui maggioranza di film ha affrontato temi
che ancora oggi fanno notizia: l'ossessione per la sicurezza totale, lo
sfruttamento dei lavoratori immigrati (''Les Chiens'', 1979), la
società-spettacolo, la messa in scena dei criminali (''Armaguedon'',
1977), la paura dell'invecchiamento, l'aspirazione a una forma di
eternità che avrebbe vampirizzato i giovani (''Trattamento shock'',
1973, con Alain Delon e Annie Girardot). O la ricerca della felicità a
qualsiasi prezzo, come in ''Paradis pour tous'' (1982), con Patrick
Dewaere, in cui uno psichiatra (Jacques Dutronc) inventa un trattamento
rivoluzionario, il "lampeggiante", che può curare il dolore della vita.
Un film che Alain Jessua ha definito un "racconto filosofico" e che ha
focalizzato i suoi temi preferiti: l'ansia, il fascino per la follia e
la denuncia dei pericoli della scienza.
In ''Frankenstein'' (1984), affidò i ruoli principali della scienziato e della creatura a Jean Rochefort e Eddy Mitchell.
https://www.globalist.it/cinema/2017/12/01/morto-alain-jessua-lancio-le-piu-grandi-star-del-cinema-francese-2015722.html
LePen71
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