Molti commercianti aspettano la pausa estiva per abbassare la serranda e non alzarla più; se ne vanno in sordina. Per Confesercenti la colpa non è solo da dare alla diminuzione dei consumi a causa della crisi, ma anche all'aumento della pressione fiscale e le liberazioni introdotte dal governo Monti.
-Redazione- Sono 5.463 tra bar e ristoranti, negozi di abbigliamento e librerie,le attività che a settembrenon rialzeranno più la serranda. Stando ai dati diffusi daConfesercenti, infatti, per ogni nuova apertura, ci saranno due chiusure.
E non è una novità di quest’anno: i dati negativi replicano quelli, già pessimi, del 2013.
E non è una novità di quest’anno: i dati negativi replicano quelli, già pessimi, del 2013.
Spesso chiudono senza nemmeno avvertire le proprie associazioni di categoria, quasi per vergogna, come spiega Confesercenti: "Per molti la chiusura del negozio in cui hanno lavorato tutta la vita, magari insieme alla famiglia, è una sconfitta personale. Per questo qualcuno approfitta delle ferie per chiudere".
Oggi un’impresa su quattro dura meno di tre anni: a giugno 2014 oltre il 40% delle attività aperte nel 2010 (circa 27mila imprese) ha chiuso, bruciando investimenti per circa 2,7 miliardi.
"A soffrire di più, come sottolineano i dati dell'istituto di statistica, sono come al solito ipiccoli esercizi. La crisi ha decimato le imprese e affossato i consumi delle famiglie: le piccole attività commerciali scontano sempre più duramente la crisi del mercato interno italiano". Vanno male i ristoranti (chiusi 2500), ma pure il commercio in sede fissa (-14mila negozi), i negozi di sigarette elettroniche (4 chiusure per ogni nuova apertura), l'abbigliamento (spariti 3300 negozi) e le edicole (4 chiusure ogni 2 aperture).
"Il 2014 avrebbe dovuto segnare la tanto attesa 'ripresina' dei consumi - diconono da Confesercenti - ma a questo punto è sempre meno probabile registrare una variazione positiva a fine anno: il governo deve intervenire per rilanciare il mercato interno, che dà lavoro a milioni di persone, evitando di prolungare questa pericolosa oscillazione fra stagnazione e recessione".
Del resto nemmeno i saldi hanno dato una scossa ai consumi. Quest’anno le famiglie italiane hanno speso in media 65 euro, contro i 100 euro previsti. Il terziario ha perso oltre 2 miliardi di euro di fatturato.
Frenano anche gli acquisti online: solo il commercio ambulante, quello di mercati e bancarelle, va un po’ meglio.
Frenano anche gli acquisti online: solo il commercio ambulante, quello di mercati e bancarelle, va un po’ meglio.
Secondo Confesercenti, la colpa di tutto questo non è solo dovuta alla diminuzione dei consumi dovuta dalla crisi generale, ma anche all’aumento della pressione fiscale e le liberalizzazioni introdotte dal governo Monti.
http://www.articolotre.com/2014/09/settembre-nero-per-i-negozi-per-ogni-nuova-apertura-ci-saranno-due-chiusure/
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