Inossidabile ha resistito al passaggio tra la prima e la seconda Repubblica, ora candidato, controverso, ad un sommo ruolo di garanzia alla Corte Costituzionale.
Ma Violante è anche uomo diprofonde amnesie e proprio riguardo a uno dei periodi più oscuri del Paese, gli anni tra il 1992 e il 1994, le stragi, i patti e ricatti mafiosi.
Dopo quasi un ventennio, l’ex presidente della Camera, ha cominciato a ricordare, a ricordare che con insistenza Vito Ciancimino, il sindaco della mafia, voleva insistentemente parlare con lui “Forse erano questioni politiche o forse Ciancimino avrebbe potuto dirmi qualcosa di importante”.
Era il 1992 e Violante si dimenticò anche di comunicare la cosa alla magistratura. Tutto rimase in sonno sino al 2009, quando Massimo Ciancimino verbalizzò che “Violante era l’unico in grado di mantenere i dovuti contatti con ambienti istituzionali e della magistratura”.
Eppure l’ex giudice istruttore aveva sempre sostenuto di non sapere nulla della trattativa, sebbene da presidente della Commissione antimafia avesse, nel 1993, ricevuto un’informativa della Dia che analizzava le ultime stragi e chiaramente parlava di “Progettazione ed esecuzione di attentati in grado di indurre le Istituzioni a una tacita trattativa”.
Smemorato, Luciano Violante, anche sulla ‘dissociazione’ cioè elargire sconti di pena ai terroristi che forniscono informazioni utili all’autorità giudiziaria.
Dichiarò “Mi mostrai molto critico sul punto. Non aveva senso applicare all’antimafia la dissociazione applicata al terrorismo”.
Eppure un lancio di agenzia dell’Ansa del 1995 ha un titolo inequivocabile e mai smentito “Mafia: Violante propone legge sulla dissociazione”.
Davvero corta la memoria del giudice costituzionale in pectore, che dovrebbe garantire l’applicazione delle leggi e della Costituzione.
http://www.articolotre.com/2014/09/luciano-violante-lo-smemorato/
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