sabato 30 novembre 2013

Accendiamo le luci di una città diversa


“San Giovanni, Roma: una coppia di anziani commentano con tristezza la serrande chiuse, la fine di negozi storici. Poco più avanti dei giovani con il sorriso sulle labbra escono dalla biblioteca comunale ancora illuminata. In questo contrasto tra le luci del commercio che si spengono e quelle accese di una biblioteca c’è una linea da tracciare per il futuro che, se ancora non l’ abbiamo capito, non può assomigliare al passato. Non è possibile dare fiato all’occupazione facendo riaccendere le luci del commercio tal quale. Cosa vuol dire rilanciare i consumi? Vogliamo avere il coraggio di cambiare rotta e fare della crisi una grande opportunità?”
lib
di Paolo Piacentini
Nel mio girovagare per la città osservo molto e soprattutto ascolto le battute e i commenti delle persone. Ieri sera vicino San Giovanni, a Roma, una coppia di anziani commentavano con tristezza la serrande chiuse, la fine di negozi storici, ecc. Poco più avanti dei giovani con il sorriso sulle labbra uscivano dalla biblioteca comunale ancora illuminata. Mi capita spesso di frequentare le biblioteche del comune di Roma e le trovo sempre piene di persone e molto organizzate.
Ecco in questo contrasto tra le luci del commercio che si spengono e le luci accese di una biblioteca vedo una linea da tracciare per il futuro che, se ancora non l’ abbiamo capito, non può assomigliare al passato. Bisogna ridisegnare i modelli socio-economici non è possibile che si cerchi di ridare fiato all’occupazione facendo riaccendere le luci del commercio tal quale. Cosa vuol dire rilanciare i consumi? Vogliamo avere il coraggio di cambiare rotta e fare della crisi una grande opportunità?
Iniziamo a non far spegnere le biblioteche che a Roma rischiano di chiudere, accendiamo con forza le luci della cultura, all’inizio potremmo avere tanti nemici ma noi oggi abbiamo davanti un occasione storica: essere ricordati per aver messo la prima pietra per la costruzione di città che saranno smartperché saranno abitate da persone capaci di riprendersi cura di se stesse e del paesaggio urbano che le circonda. Una città che sappia ridare ai propri cittadini il tempo da dedicare alla fruizione del verde, che sappia organizzarsi per far diventare l’uso dell’auto privata una cosa da sfigati e non da privilegiati, una città che sappia dare ai bambini lo spazio giusto per muoversi autonomamente a piedi; insomma una rete di città che siano modello di una nuova organizzazione sociale, possono rappresentare nuove opportunità di occupazione in settori che oggi sembrano astratti e lontani dal nostro vecchio modo di pensare .
L’approvazione di un Pon (Programma operativo nazionale) “Città metropolitane” può essere una grande occasione per fare in modo che la riqualificazione urbana passi anche attarverso queste direttrici; proviamoci con passione, partecipazione e competenza e i risultati arriveranno perché il cambiamento di rotta ormai è obbligatorio …

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