sabato 19 gennaio 2013

Carne di cavallo negli hamburger Scandalo sui produttori britannici



Lo scandalo è scoppiato dopo controlli di routine

L’“inganno” smascherato dai test
sanitari. Una fabbrica irlandese
è stata costretta a chiudere ma
il gigante della macellazione
continua a vendere i suoi prodotti
CLAUDIO GALLO
CORRISPONDENTE DA LONDRA
Da qualche giorno campeggiano sui giornali britannici paginate di pubblicità di produttori di carne dove rubizzi signori con la camicia a quadretti e il grembiule bianco proclamano cose del tipo: cento per cento carne inglese, oppure: mangia la nostra carne puoi fidarti. E’ la rappresentazione grafica dello scandalo dell’Hamburger che da giorni nelle conversazioni degli inglesi viene probabilmente subito dopo il tempo nevoso. 

Durante un controllo di routine, alcuni ispettori sanitari hanno scoperto che negli hamburger venduti nelle principali catene commerciali non c’era soltanto, come descritto nelle etichette, carne bovina ma anche carne di cavallo. In una percentuale che in alcuni casi arrivava a un terzo. 

La tempesta mediatica che si è scatenata intorno a uno dei cibi nazionali prediletti, rischia di offuscare una triste realtà di carattere più generale, cioè che comunque, cavallo o non cavallo, gli hamburger comuni non sono mai composti al cento per cento di carne fresca. Nei prodotti della Tesco, uno dei marchi più celebri coinvolti nello scandalo (non come produttore ma come distributore) c’è il 63 per cento di carne fresca mentre il 37 per cento viene da “altri elementi”. 

La gente s’indigna perché si sente truffata: la carne di cavallo costa quattro volte meno di quella bovina e si risente ancora di più perché la contraffazione arriva probabilmente da ditte in Europa, forse olandesi. In quel luogo psicologico di dubbia esistenza che è l’immaginario collettivo molti britannici si sentono già fregati direttamente dalla perfida Europa che di questi tempi gode di una reputazione ancora più bassa del solito. 
Fin qui apparentemente non c’è nulla di tragico per la salute, dopotutto è ciò che conta. Eh no invece: i contraffattori non si limitano ad aggiungere carne di cavallo, impastano in realtà “riempitivo” di cavallo, vale a dire una polvere di tritatura di tutte le parti dell’animale, ossa comprese. D’altra parte il “riempitivo” è una routine nell’industria degli hamburger a basso prezzo, solo che se sull’etichetta c’è scritto beef, dev’essere tritatura di beef, se no è un inganno, mentre il “riempitivo” è una pratica consentita. I poveracci pretenderanno mica di mangiare carne fresca a quel prezzo? 

A tre giorni dall’inizio della polemica, dopo che una fabbrica irlandese è stato costretta a chiudere, si è scoperto che il più grosso produttore inglese della carne sotto accusa , Delepak Hambleton, in Yorkshire, continua a vendere i suoi prodotti. In tutto questa confusione la Tesco aveva preparato una nuova reclame che neanche a farlo apposta ritraeva dei cavalli. Ritirata immediatamente. 

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