« Ricordo un ufficiale di fanteria dai capelli grigi, che, per spiegarmi come mai per ben tre volte durante la seconda guerra mondiale si sia guadagnato la Military Cross, se n'era uscito a dirmi: "Be', vede, uccidere altri uomini non è mai stato per me fonte di turbamento". » | |
(John Keegan)
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Aveva
pubblicato molte opere sulla natura del combattimento tra il XIV secolo e il XXI secolo, sia per quanto riguarda la guerra terrestre, navale, aerea, e di intelligence, sia per quanto attiene alla psicologia della battaglia.
Biografia
Era nato a Clapham, da una famiglia irlandese cattolica. Suo padre aveva partecipato alla prima guerra mondiale. A 13 anni contrasse la tubercolosi ossea, e ciò ha poi condizionato la sua deambulazione. La malattia interruppe il suo curriculum scolastico durante l'adolescenza. Riuscì, a ogni modo, a frequentare per due anni il college di Wimbledon, entrando successivamente al Balliol College di Oxford nel 1953. Diplomatosi, lavorò per tre anni all'ambasciata statunitense di Londra.Nel 1961 ebbe l'incarico per il corso di storia militare presso la Royal Military Academy Sandhurst, istituzione che si occupava della formazione professionale degli ufficiali dell'esercito inglese. Mantenendo tale cattedra per 36 anni, divenne senior lecturer della sua materia. Nel medesimo periodo, collaborò come visiting professor con l'Università di Princeton e con un'altra istituzione americana, il Vassar College [1].
Lasciata l'accademia nel 1997, Keegan entrò come corrispondente in materia di difesa nel Daily Telegraph, dov' era caporedattore per tale tematica, e al contempo scriveva per il sito internet conservatore americano National Review Online [2]. Nel 1998 aveva scritto e presentato le Reith Lectures della BBC intitolate War in our World (Guerra nel nostro mondo). Aveva ricevuto svariate onorificenze britanniche, tra cui quella di Ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico e cavaliere.
Gli effetti di lungo periodo delle tubercolosi lo resero inabile al servizio militare, e la sua data di nascita lo esclusero dalla Seconda guerra mondiale, come egli stesso osservava con ammirevole autoironia[3]. Keegan era probabilmente il più famoso storico militare del XX secolo. In tale categoria, era uno dei pochi che non abbia esperienza diretta della vita militare, sebbene la circostanza non traspaia facilmente dai suoi scritti, fortemente compenetrati nella vita del soldato semplice ma anche nella visione tattico-strategica dei comandanti supremi. Questo aspetto si ravvisava soprattutto nel suo Il volto della battaglia, che analizzava dettagliatamente i reciproci effetti di cavalleria e fanteria, quelli di ferite e malattie, e il morale delle truppe, con specifico riferimento a tre battaglie: Agincourt, Waterloo e la Somme — combattute in ere diverse, ma nella stessa area geografica. Come nelle altre pubblicazioni di questo genere, il testo è corredato di varie rappresentazioni grafiche atte ad agevolare la comprensione delle evoluzioni dei vari reparti militari impegnati; ma vi è in aggiunta una speciale attenzione al punto di vista dei soldati. Non a caso, l'autore ha trascorso buona parte della sua vita insegnando a soldati, e dialogando con loro.
Pubblicazioni
I lavori di Keegan rappresentano una tradizionale descrizione di conflitti battaglia per battaglia, con lo sguardo rivolto alle esperienze dei singoli, alle cause storiche degli eventi militari, alle strategie militari e alle sfide per la supremazia. Il suo lettore-tipo è colto, ma non uno specialista del ramo. Se si vogliono saggiare le sue schiette storie di guerra, vanno considerati i suoi scritti sulla Seconda guerra mondiale, e i più recenti che riguardano la Prima.I suoi libri abbracciano la guerra in un intervallo storico molto ampio, a partire dalla preistoria e dall'età classica, tuttavia il nucleo della sua produzione si focalizza sulla fascia dal XIV secolo a oggi. Ne The History of Warfare, l'autore delinea sviluppo e limiti della guerra dalla preistoria all'età moderna. Affronta in particolare vari argomenti tra cui l'uso dei cavalli, la logistica e il "fuoco"[4]. Un concetto essenziale intensamente propugnato è che la guerra è intrinsecamente culturale. Nell'introduzione, stigmatizza fermamente la massima "la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi", respingendo categoricamente le idee "clausewitziane"[5].
Ha pure contribuito alla presa di coscienza autocritica sulla storiografia nel conflitto moderno. Frank C. Mahncke ha scritto che Keegan si deve considerare "uno dei massimi e più letti storici militari della fine del ventesimo secolo"[6]. In uno stralcio promozionale di un articolo più complesso, Michael Howard ha scritto: "al contempo il più godibile ed il più originale degli storici viventi"[7].
Si noti che il suo libro Fields of Battle: The Wars for North America, che narra succintamente alcuni aspetti di tutte le guerre combattute sul suolo nordamericano, contiene altresì qualcosa di assai suggestivo: saggi iniziali e finali che offrono chiavi di lettura quasi tocquevilliane sul suo rapporto personale con l'America.
Guerra in Iraq
Un articolo del Christian Science Monitor definì Keegan uno "strenuo sostenitore" della guerra in Iraq. Nel pezzo giornalistico venne citato lo scrittore medesimo: "Spiacevole come lo 'spettacolo della forza bruta militare' " — egli concluse — è il fatto che la guerra dell'Iraq "rappresenta una guida, per ciò che è necessario per garantire la sicurezza mondiale, migliore di ciò che possa offrire una qualunque quantità di legislazione o di stipulazione di trattati internazionali"[8].Commenti critici
Keegan ha anche ricevuto critiche da alcuni colleghi, come Michael Howard[9], Peter Paret , e Christopher Bassford[10] per la sua opposizione alle tesi di Carl Von Clausewitz, celebre ufficiale prussiano che scrisse trattati di filosofia militare. Keegan è qualificato "profondamente erroneo", e Bassford afferma che "Nulla comunque nell'opera di Keegan — malgrado le sue diatribe su Clausewitz e "i clausewitziani" — riflette una qualunque conoscenza degli scritti di Clausewitz". È stata anche avversata l'opinione di Keegan sul fatto che il generale Sir Douglas Haig fosse un "efficiente soldato di elevate qualità tecnico-professionali, che molto fece per portare alla vittoria nella Prima guerra mondiale la Gran Bretagna". Questo punto di vista può essere stato controverso al tempo in cui venne espresso, ma oggi non lo è più. I più autorevoli studiosi moderni, quali Gary Sheffield, John Terraine, Gordon Corrigan e Richard Holmes, avrebbero ampiamente confermato il giudizio di Keegan.Onorificenze
Ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico | |
Knight Bachelor | |
Note
- ^ Controcopertina de The First World War. Keegan, John
- ^ [1]
- ^ Interview (trascrizione del maggio 1994)
- ^ Ovviamente, inteso in senso estensivo, come impiego di armi da getto di qualunque specie.
- ^ Non bisogna però pensare che Keegan sia così gretto da disprezzare la persona del grande Von Clausewitz; anche per quest'ultimo, significativamente accostato a Karl Marx ne La maschera del comando gli epigoni son stati assai peggio dei "patriarchi", nel pensiero dello storico inglese.
- ^ Naval War College - Frank C. Mahncke, Naval War College
- ^ The New York Times Book Review - Sir Michael Howard
- ^ America's bewildering battle in Iraq follows new rules
- ^ Michael Howard, "To the Ruthless Belong the Spoils", The New York Times Book Review, 14 novembre 1993.
- ^ War in History, novembre 1994, pp. 319-336, Christopher Bassford, reperibile su "Clausewitz.com
Bibliografia
- Opere disponibili in italiano
- Uomini e battaglie della Seconda guerra mondiale, Rizzoli, 1989
- La grande storia della guerra, Arnoldo Mondadori Editore, 1996
- La guerra e il nostro tempo, Mondadori, 2002
- La Seconda guerra mondiale, Rizzoli, 2002
- Il volto della battaglia, Il Saggiatore
- La maschera del comando, Il Saggiatore
- Intelligence. Storia dello spionaggio militare da Napoleone a Al-Qaeda, Arnoldo Mondadori Editore
- Opere in inglese
- Barbarossa: Invasion of Russia, 1941 (New York, 1971)
- The Face of Battle (London, 1976)
- Who Was Who In World War II (1978)
- Six Armies in Normandy (1982)
- The Mask of Command (London, 1987)
- The Price of Admiralty (1988)
- The Illustrated Face of Battle (New York and London: Viking, 1988)
- The Second World War (Viking Press, 1990)
- A History of Warfare (London, 1993)
- The Battle for History: Refighting World War Two (Vintage), 1996)
- Fields of Battle: The Wars for North America (1997)
- War and Our World: The Reith Lectures 1998 (London: Pimlico, 1999)
- The Book of War (ed.) (Viking Press, 1999)
- The First World War (New York: Knopf, 1999)
- Winston Churchill (2002)
- Intelligence in War: Knowledge of the Enemy from Napoleon to Al-Qaeda (2003)
- The Iraq War (2004)
Fenix
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