Questo post lo vedranno in pochissimi.
Perché su Facebook sta accadendo qualcosa di molto strano.
Da un paio di mesi a questa parte, i politici d’area progressista stanno venendo sempre più silenziati, mentre quelli più estremisti riescono a raggiungere livelli di visibilità incredibili.
Pensate, rispetto al 2024 si registra un loro incremento di interazioni di oltre il 400%.
Peggio ancora: al marzo del 2025, delle circa 450.00 nuove interazioni generate dai top 20 politici italiani per presenza su Facebook, oltre il 90% è andato a politici euroscettici o antieuropei.
E no, non è il “clima politico”: è il programma di censura di Meta che è cambiato. Sulle pagine di chi fa parte dello schieramento di centro-sinistra, quando pubblichi un post a un certo punto sembra che Facebook tiri, letteralmente, un freno a mano (e lo vediamo dai dati su numerose pagine: il campione è di oltre 300) per impedire alle persone di vederlo. Per politici, ad esempio, come Marco Rizzo succede invece l’esatto contrario. Fino a pochi mesi fa, arrivava a fatica a 10-12mila interazioni a settimana: oggi supera le 120mila a settimana ed è miracolosamente diventato stabilmente uno dei top 3 politici più interagiti d’Italia. E lo stesso vale per altri personaggi.
È un’esplosione, vi assicuro. I dati fanno paura, parliamo di incrementi mostruosi e crolli altrettanto mostruosi iniziati, casualmente, a poche settimane dall’annuncio di Zuckerberg sul suo nuovo allineamento alle politiche di Donald Trump.
Li stiamo raccogliendo e raffinando e come già avvenuto finiranno alla Commissione Europea (che ha già aperto un procedimento formale contro Meta su questo punto) e all’Agcom.
Ma occhi aperti, che quando si gioca con l’informazione politica si gioca anche con il voto.
Leonardo Cecchi
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