venerdì 7 giugno 2024

A BARCELLONA I SOLDI SONO FINITI, SI NAVIGA A VISTA




Ormai quella del Barcellona è diventata una saga surreale dal punto vista finanziario. Al punto che persino noi di Calcio da Dietro abbiamo dedicato alla squadra blaugrana una serie di articoli, tra l’ammirato e il disgustato, spiegando tutte le varie mosse che il club ha escogitato per restare non solo a galla, ma nell’élite del calcio europeo. [Chi pensa di poter venire sotto questo articolo a berciare dei debiti di società italiane senza argomentare, verrà bannato. Sapevàtelo.]


L’ultima notizia in ordine cronologico riguarda l’ingaggio di Hansi Flick, ex allenatore del Bayern e della nazionale tedesca. Ingaggio che è stato annunciato ufficialmente, ma il cui contratto non può essere depositato presso la Lega Calcio spagnola perché non ci sono le coperture economiche. E non pensate che si tratti di un contratto faraonico. Il 59enne Flick infatti percepirà un milione e mezzo di euro l’anno per due anni – ben più di qualsiasi lavoratore normale, chiaramente – ma decisamente meno di tecnici non certo al top europeo, come possono essere Ivan Juric al Torino o Patrick Vieira allo Strasburgo. Lo stesso Xavi in uscita dal club ha rinunciato alla buonuscita dovuta al suo contratto da 15 milioni, pretendendo solamente il pagamento della clausola di rilascio dall’Al Sadd – che aveva coperto di persona – e gli stipendi di tutti i suoi collaboratori. 


Ma com’è possibile che il Barcellona non abbia nemmeno la liquidità per pagare uno stipendio tutto sommato basso a questi livelli? Al momento il club è pesantemente indebitato, in rosso perenne dal lato del suo bilancio ordinario e sopravvive solamente grazie alla vendita ad hoc di alcuni dei suoi asset di proprietà. In particolare si attende un pagamento da 100 milioni per la vendita del 49% di Barça Studios, la compagnia che detiene i diritti mediatici del club. Negli anni precedenti, è stato solo cedendo i diritti televisivi futuri e altre parti dell’impero Barça a destra e a manca che è stato possibile non andare in bancarotta. Si ipoteca il futuro per non doversi ridimensionare sensibilmente nel presente.


Ricordiamo che il club ha puntato tutto sulla costruzione di un nuovo stadio da 100mila spettatori sulle ceneri del Camp Nou, stadio che da solo ha generato 1 miliardo di debiti a lungo termine, che si sono sommati a 1.5 miliardi pre-esistenti un anno fa. In attesa del completamento dei lavori, va ricordato che la squadra si è trasferita nel vecchio impianto di Montjuic, che ai tifosi proprio non è piaciuto. Per un club abituato ad avere oltre 80mila di media sugli spalti, quest’anno i numeri si sono dimezzati, con il sold out sfiorato solo contro Napoli, Real e PSG. Per quanto lo stadio non sia più la principale fonte di liquidità per le squadre di calcio, questa resta una perdita di introiti considerevole.


Dal lato sportivo, la squadra ha chiuso al 2° posto alle spalle del Real cannibale di Ancelotti, ed è stato dipendente dai gol di Robert Lewandowski, unico elemento in doppia cifra in rosa. Al polacco si chiederà di tirare l’attacco anche nella prossima stagione in mancanza di esplosione dei giovani talenti in rosa. Intanto si punta forte su un altro anno di prestito per João Felix dall’Atletico Madrid – i colchoneros hanno chiesto ben 80 milioni per il suo cartellino – e sul pieno recupero di Gavi dall’infortunio al crociato. La situazione finanziaria coinvolge anche i giocatori su cui i blaugrana hanno diritto di prelazione, come Estanis Pedrola, nome ben noto ai tifosi doriani e su cui il club catalano avrebbe un diritto di riacquisto per 7 milioni. In tempi normali, non ci sarebbero problemi a riportarlo alla base, mentre pare che resterà alla Samp.


Nel lungo periodo resta da capire da dove verranno i continui profitti necessari a coprire i pagamenti annuali del debito. Anche ipotizzando che lo stadio riapra a dicembre come da piano stabilito, gli effetti dei 100mila tagliandi al botteghino cominceranno a sentirsi solo dalla stagione 2025/26 se tutto va bene. E per quanto talento possa generare la cantera catalana, al momento i campioncini in erba come Yamal e Cubarsì servono come il pane alla prima squadra. I 50 milioni pagati dal PSG per Dembelé sono stati ossigeno vitale per il mercato scorso, ma potrebbe non esserci sempre un’occasione tanto ghiotta di vendere giocatori messi fuori dal progetto. Nel mentre, si punta su giocatori verso fine carriera per puntellare la rosa, non a caso si parla insistentemente dell’arrivo di Joshua Kimmich, il cui contratto col Bayern scade fra 12 mesi. Non proprio un nome esaltante per chi vede Mbappé atterrare a parametro zero (seppur a 45 milioni l'anno) dai rivali di sempre.


Noi restiamo alla finestra per vedere se il folle esperimento di restare tra i grandi viaggiando sul filo del rasoio riuscirà, o se il castello di carte costruito dalla dirigenza sia destinato a crollare nel breve o nel lungo periodo.

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