sabato 4 maggio 2024

Studiare serve sempre!

 


All'inizio del 1921 Albert Einstein si recò a Praga.

Ad attenderlo in stazione c'era l'amico Philipp Frank.

Quest'ultimo era sposato da poco e, dato che in quel periodo del dopoguerra era piuttosto difficile trovare un appartamento, viveva con sua moglie nel suo ufficio, nel laboratorio di fisica.

Era la medesima stanza, con molte grandi finestre affacciate sul giardino del manicomio, che a suo tempo era stata l'ufficio di Einstein.

Per evitare l'esposizione alla curiosità della gente, inevitabile se Einstein avesse dormito in un albergo, Frank gli suggerì di passare la notte su un sofà.

Probabilmente non era conveniente per un uomo così celebre, ma si adattava molto bene al suo gusto per la vita semplice.

Mentre erano di ritorno da un caffè, Einstein insistette perché comprassero qualcosa da mangiare per la cena in modo che la moglie di Frank non dovesse andare a fare la spesa e non avesse troppo disturbo.

Presero del fegato di vitello, che la signora Frank si mise a cucinare sul becco Bunsen del laboratorio.

Mentre Einstein discuteva con Frank di ogni sorta di cose, improvvisamente scattò in piedi, guardò con apprensione il fegato e corse dalla moglie di Frank chiedendole cosa stesse facendo e perché facesse bollire il fegato nell'acqua.

"Il punto di ebollizione dell'acqua è troppo basso", affermò Einstein.

"Deve usare una sostanza con un punto di ebollizione più alto, come burro o grasso".

La moglie di Frank era stata una studentessa universitaria fino a poco tempo prima e non se la cavava molto bene in cucina.

Ma il consiglio di Einstein salvò la cena.

Da allora in poi la signora Frank si riferì all'esigenza di friggere il fegato come alla "teoria di Einstein".

Prof. Vincenzo Giordano 

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