sabato 4 maggio 2024

Karsdorp fa finire la magia

 



Il Romanista (D.Lo Monaco)

Un errore del terzino regala il vantaggio ai tedeschi. Lo 0-2 allontana il sogno Dublino


Un errore banale, uno stupido retropassaggio di esterno destro, sbagliato nell’idea prima ancora che nella realizzazione, ha spostato il senso di una partita, di una serata, di una qualificazione, forse di una stagione della Roma che esce con le ossa rotte e due gol sul groppone (perché al gol di Wirtz a porta vuota dopo la follia di Karsdorp ha fatto seguito allo stesso minuto della ripresa, il 28’, un bellissimo destro al sette di Andrich) dall’andata delle semifinali di Europa League contro il Bayer Leverkusen, neocampioni di Germania con merito, una delle squadre al momento più forti d’Europa. Diventa dunque una montagna quasi impossibile da scalare la questione della qualificazione alla finale di Dublino (dove andrà forse l’Atalanta, che ieri ha pareggiato autorevolmente a Marsiglia con l’Olympique), soprattutto alla luce della stanchezza prima mentale e poi fisica che sembra rendere meno brillante una squadra che dall’arrivo di De Rossi ha giocato solo finali e adesso non sembra più in grado di reagire alle avversità. Tale è stato il gol che ha deciso il primo tempo e indirizzato la partita, arrivato peraltro proprio nel momento migliore della Roma, quando dopo l’iniziale fase di ambientamento ad uno scacchiere tattico come al solito profondamente studiato da De Rossi (e, va detto, da Xabi Alonso), la squadra giallorossa sembrava crescere di autorevolezza e di baricentro, con un palleggio che si stava alzando nella metà campo avversario, con inevitabile incremento delle occasioni. De Rossi aveva scelto il 433 con gli uomini più attesi, compreso Karsdorp, il cui impiego era stato in qualche modo annunciato a Napoli e che è stato confermato nello schieramento solito, sia pure nel disallineamento di una scelta che tra poco illustreremo. Intanto gli uomini: due difensori centrali, Smalling e Mancini, non perfettamente centrati stavolta, Spinazzola in fascia sinistra, Paredes e Cristante ad alternarsi in regia, Pellegrini mezzala più alta, Dybala nelle sue zone d’ispirazione, Lukaku riferimento offensivo piuttosto visibile. Xabi Alonso aveva scelto invece uno schieramento senza punta centrale, non una novità per loro, ma una certa sorpresa per la sfida che li attendeva, e invece l’aveva anche lui studiata bene, individuando proprio tra le linee della difesa giallorossa nelle transizioni il punto fragile da attaccare con continuità. Così ai tre difensori puri (Tapsoba, Tah ed Hincapie) ha aggiunto due esterni di tenuta (Stanisic e Grimaldo), due centrali solidi come Khaka e Andrich (e fuori Palacios), più due esterni velocissimi (Frimpong e Adli) e un trequartista finto nove di qualità come Wirtz. La mossa di De Rossi, che ha fatto ruotare un po’ il meccanismo tattico fino a fargli perdere dei riferimenti, è stata quella di tenere proprio Karsdorp lontano dalle zone basse (forse per ridurre la possibilità di fare disastri in prima impostazione, e invece...), alzandolo altissimo per tenere bloccato probabilmente Grimaldo, e lasciare i due difensori più Spinazzola in uno contro uno con i tre attaccanti e anche aperti nella costruzione, con Cristante ad aprirsi a destra, Paredes a sinistra, Pellegrini in mezzo con Dybala, ed El Shaarawy a sinistra, con il solito sacrificio chiesto al Faraone di abbassarsi a sinistra su Stanisic nelle (rare) incursioni offensive di fascia. 


Invece il Bayer ha costruito tutta la sua partita soprattutto nelle percussioni centrali in velocità, con i folletti bravi a palleggiare ed eludere le pressioni romaniste, come detto soprattutto nelle transizioni, quelle ripartenze a pallone rubato che si sono succedute ad un certo punto con preoccupante quanto eloquente frequenza. Una pressione sbagliata dalla Roma nei primi minuti aveva fatto risuonare un certo campanello d’allarme, con la prima occasione sventata su Adli, ma poi El Shaarawy aveva pescato bene Dybala che aveva liberato forte il suo sinistro, neutralizzato da Kovar. Poi è toccato a Mancini pescare El Shaarawy in buona posizione e l’occasione conseguente è stata vanificata dal fuorigioco segnalato dall’assistente. Poi, sul primo corner della serata, la vera occasione data dal destino: perché la parabola di Dybala sul secondo palo rimessa nell’area piccola da Paredes d’esterno è stata incornata bene da Lukaku, ma ha finito la sua corsa sulla traversa a Kovar battuto. Al 23’ un errore di Paredes in costruzione nella metà campo avversaria ha fatto ripartire un’altra transizione 4 contro 4, rifinita da Frimpong lanciato a destra verso Svilar, bravissimo a chiudergli un pezzo di porta e a indurlo all’errore un po’ come capitato ad Anguissa a Napoli. Errore grave, ma niente in confronto alla stupidaggine commessa cinque minuti dopo da Karsdorp, che forse orgoglioso di un bel recupero che aveva fatto su una palla allungata in attacco per via di un duello su cui Smalling era andato stranamente molle, ha pensato poi di uscire dall’azione passando a Svilar il pallone d’esterno destro, come fanno i trequartisti. Ma lui purtroppo ha piedi assai meno vellutati, e ne è uscito un assist per Grimaldo che ha solo dovuto appoggiare il pallone a Wirtz, con Svilar ovviamente in ritardo, per l’inevitabile conclusione in fondo al sacco. Il problema è stato che la Roma è sparita sull’errore proprio quando invece aveva preso a palleggiare bene, tipica conseguenza di una squadra che forse sa di essere arrivata al limite del suo rendimento e che vede sgretolarsi il sogno non per i temuti meriti dell’avversario, ma per un errore banale di uno dei suoi, uno dei più contestati già prima e figurarsi che è accaduto all’Olimpico dell’ennesimo sold out dopo il fattaccio. Sta di fatto che in dieci minuti il Bayer ha costruito altre tre occasioni, con un destro di Wirtz dopo infilata alle spalle di Spinazzola, poi ancora con Frimpong e poi con Andrich, delle cui qualità in conclusione Svilar ha avuto un primo assaggio, respingendo il destro un po’ a fatica. Poi c’è stato uno sprazzo che in altre serata avrebbe riaperto la partita e invece ha dato un altro segno di quello che non funziona più, con un’azione condotta sull’asse El Shaarawy-Lukaklu con scarico a Pellegrini che ha calciato di collo interno forte verso il secondo palo, colpendo però le bottigliette tenute da Kovar appoggiate al montante. Poi al 45’ la Roma è stata graziata da una pessima rifinitura offensiva del Bayer che dopo aver neutralizzato un calcio d’angolo è ripartito di corsa col portiere mentre sette giocatori romanisti sono rimasti a pascolare nell’area avversaria: e dunque è partito un 5 contro 3 concluso due volte male, la seconda con salvataggio di Spinazzola sulla linea.


All’alba del secondo tempo la Roma si è presentata con gli stessi uomini (per cambiare Karsdorp De Rossi senza terzini di ruolo avrebbe dovuto stravolgere la squadra e ha resistito ancora un quarto d’ora prima di farlo) e con nuova determinazione che ha portato prima Spinazzola a crossare forte in area, con conclusione mancata sul secondo palo in scivolata proprio dal terzino olandese, e poi all’11’ Dybala a crossare in area un corner molto simile a quello che ha regalato i tre punti a Udine la settimana scorsa, solo che stavolta l’incornata di Cristante è uscita fuori. Brutti segnali a cui De Rossi si è ribellato mettendo Angeliño per Karsdorp (e Rick non l’ha presa bene, infilando subito gli spogliatoi) e spostando a destra El Shaarawy. Ma il Bayer ha continuato a palleggiare senza problemi fino al raddoppio di Andrich, uno splendido tiro da fuori che si è impennato ed è sceso docile all’incrocio dei pali. Per l’esultanza sotto la Sud è scaturito un parapiglia che l’ottimo Letexier ha risolto con i gialli a Xhaka e Spinazzola. Poi è stata la volta di Andrich, duro su Dybala. Alonso ha messo Hofmann e Tella per Wirtz e Adli, con l’idea di conservare più che segnare di nuovo, De Rossi ha risposto con Azmoun e Baldanzi al posto di Lukaku e Paredes. Poi è toccato anche a Abraham per Dybala e ai due attaccanti sono capitate le occasioni che avrebbero potuto almeno attenuare lo sconfortante passivo: ma prima Azmoun di destro su assist illuminante di Pellegrini, poi Abraham di testa, col portiere fuori causa per un’uscita sbagliata, hanno incredibilmente sprecato la dote, rendendo ancora più amara la serata di De Rossi.

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