Laura Bassi, nata a Bologna il 29 ottobre 1711, era figlia di un avvocato e sin dall’infanzia mostrò un grande desiderio di conoscenza, studiando privatamente fino all’età di vent’anni. Il 17 aprile 1732 sostenne brillantemente un esame davanti a cinque dotti e, il 12 maggio dello stesso anno, il Senato e l’Università di Bologna le conferirono una laurea in filosofia. In un’epoca in cui le donne erano escluse dagli studi e dalle professioni intellettuali, arrivare ad essere una delle prime donne laureate in Italia sembrava già qualcosa di grandioso, ma la Bassi era destinata a scrivere grandi pagine. Venne, infatti, chiamata a insegnare filosofia naturale, anche se in forma di lezioni pubbliche visto che per la sua condizione femminile trovò sempre resistenze negli ambienti accademici. Un invito, conservato a Bologna, testimonia che la prima “Lezione su le pubbliche Scuole” fu tenuta dalla Bassi giovedì 18 dicembre del 1732. Nello stesso anno fu scelta per diventare socia dell’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna, un privilegio che fino ad allora era unicamente maschile.
Nel 1745 fu chiamata da Papa Benedetto XIV (che aveva preparato un programma di potenziamento per la fisica a Bologna acquistando alcune strumentazioni e un laboratorio di ottica) per entrare a far parte di un gruppo di 24 accademici, denominati i “Benedettini”. Le proteste per la chiamata della Bassi alzarono un tal polverone che alla fine venne aggiunta come venticinquesima, senza però aver diritto di voto durante le sedute. Nel 1749 fondò nella propria abitazione una scuola privata di fisica che era dotata anche di un ricco laboratorio. Questa scuola venne portata avanti dopo la sua morte dal marito, il medico Giuseppe Veratti.
Donna dotata di eccezionale intelligenza, si occupò principalmente dello studio della filosofia naturale newtoniana e di alcune pioneristiche ricerche sull’elettricità. Ma non fu solo un’ottima fisica, le sue abilita spaziavano dal latino alla logica, dall’algebra alla geometria, passando per lo studio delle lingue (greco e francese principalmente).
Le sue dissertazioni, conservate presso l’Accademia delle Scienze di Bologna, testimoniano il suo ruolo centrale all’intero del panorama scientifico dell’epoca. Esse comprendono uno scritto sulla chimica, due sulla matematica, undici in idraulica e tredici sulla fisica. Non a caso era in stretto contatto con alcuni importanti scienziati, come Giovanni Battista Beccaria e manteneva una corrispondenza con altri, come con Alessandro Volta. Tutti gli illustri personaggi che passavano per la città volevano conoscerla.
Finalmente, nel 1776, ebbe la cattedra di Fisica Sperimentale, diventando la prima donna in Europa a ricoprire un tale ruolo.
Storie Scientifiche
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