25 Maggio 1961
Il Presidente Kennedy annuncia davanti a una sessione speciale unificata del Congresso il suo obiettivo di iniziare il "Programma Apollo", un progetto per mandare "un uomo sulla Luna" prima della fine del decennio.
Il programma Apollo che portò l’uomo sulla Luna è spesso visto come un’ostentazione di supremazia degli Stati Uniti, che in questo modo uscirono vincitori dal raffronto con l'Unione Sovietica. Effettivamente, le cose andarono così, ma di fronte a uno sforzo economico e tecnologico così massiccio, i tentativi di collaborazione tra le due superpotenze spaziali non mancarono, anzi. Come ricorda l’ex storico della NASA Roger D. Launius, lo sbarco sulla Luna avrebbe potuto essere un successo saldato tra USA e URSS, se la Storia con i suoi drammatici colpi di coda non si fosse messa di traverso. Il 25 maggio 1961 il Presidente Kennedy annunciò, in uno storico intervento al Congresso USA, che gli Stati Uniti entro la fine del decennio sarebbero sbarcati sulla Luna. Fu un discorso zeppo di patriottismo, in un momento di debolezza degli americani nella corsa allo Spazio: il 12 aprile di quello stesso anno, infatti, il russo Jurij Gagarin era divenuto il primo uomo in orbita terrestre, e il 5 maggio, l'americano Alan Shepard aveva portato a termine soltanto un volo suborbitale. All'indomani di quel discorso, Kennedy cominciò a vagliare la possibilità di compiere quell'impresa collaborando con l'Unione Sovietica: non più una sfida, dunque, ma bensì un progetto di cooperazione internazionale.
La richiesta venne recapitata direttamente al leader dell'URSS Nikita Krusciov, in un summit politico del giugno 1961: Kennedy non ottenne una chiusura totale, ma la proposta di rimandare quella discussione a dopo la negoziazione su un trattato di bando dei test nucleari. In seguito, il presidente USA tornò su quell'ipotesi più volte: il programma Apollo avrebbe potuto essere un'occasione per stemperare le tensioni della Guerra Fredda, con un progetto comune nel quale gli USA avrebbero comunque potuto occupare una posizione da leader. Nel settembre del 1963, Kennedy ribadì il concetto all'Assemblea dell'ONU, ma i fatti politici di quegli anni, dalla realizzazione del Muro di Berlino alla crisi dei missili di Cuba, contrapposero le due potenze frenando ogni tentativo ufficiale di collaborazione. Quello spiraglio di apertura si chiuse definitivamente il 22 novembre 1963 con l’assassinio di JKF. Ciò nonostante, una collaborazione segreta tra le due potenze proseguì in modo costante e spesso informale negli anni della Guerra Fredda, fino a portare, nel 1975, al programma di test Apollo-Soyuz, l'aggancio tra una navicella del programma spaziale americano e una capsula sovietica, con il trasferimento dei due equipaggi dall'una all'altra e un lavoro scientifico sincrono. Quella stessa volontà di cooperazione rese possibile, a partire dagli anni '90, la costruzione e la manutenzione della Stazione Spaziale Internazionale.
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