sabato 4 giugno 2022

Federico Chiesa

 


Dai grandi palcoscenici alla terra battuta…


"Qualche tempo fa dei ragazzi hanno chiesto degli autografi a mio figlio, poi, si sono voltati verso di me e mi hanno detto: 

"Lei è il babbo di Federico? Allora, vorremmo anche il suo autografo". 

Ho firmato pensando alle mie 138 reti in Serie A, alla Coppa delle Coppe vinta con la Sampdoria, alla Coppa Uefa alzata con il Parma e alle Coppe Italia conquistate con Parma e Fiorentina. Nessuna gelosia, quella battuta mi ha reso orgoglioso. 

Mi ha fatto battere forte il cuore. 

Nella mia carriera mi è mancata solo la grande squadra. Ci sono sempre andato vicino, ma non si è mai concretizzato nulla.

Non nutro rammarico: in quelle annate, esibirsi a Parma o Firenze era d’identico prestigio.


Ho concluso la mia carriera sui campi di terra battuta, nel Figline in seconda divisione. È stata una scelta non economica. 

Avevo ancora gran voglia di giocare, quindi c’era questa società a pochi passi da Firenze e decisi di intraprendere questa avventura. 

Devo dire che anche qui mi sono tolto le mie soddisfazioni visto che ho vinto un campionato; insomma avevo iniziato da lì e ho smesso lì, sui campi di terra battuta.

Dai miei tempi sono cambiate tantissime cose. 

Nel calcio di oggi mi piacerebbe vedere più serenità e tranquillità. Il calcio è cambiato perché è cambiata la cultura e i modi di vivere.”


Che belle parole.

Per pochi forse.

A me personalmente quel “avevo iniziato da lì e ho smesso lì” mi ha messo parecchi brividi.🖋


#nonèpiùdomenica

#Chiesa


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