Due notti fa ho sognato di girare per le vie del quartiere Libertà di Bari (in cui sono nato) e nei bar e nei negozi della zona si parlava di Roma-Feyenoord.
Non tifo Roma e quindi tutto questo potrebbe apparire 'un fenomeno sociale incredibile', come José Mourinho ha definito l'attaccamento dei tifosi alla sua squadra. Ho molti amici, contatti social, clienti che sono tifosi romanisti (e una lunga lista di aneddoti di persone che hanno fatto spostare eventi pubblici 'perché c'è la partita della Roma') e in questi anni ho imparato a conoscere quel modo di tifare, che personalmente non ha eguali: entusiasta oltre ogni logica nei successi, distruttiva oltre ogni logica nei fallimenti.
Per questo la vittoria della Roma in una coppa considerata 'minore' mi ha emozionato come se avesse vinto la mia squadra del cuore.
Perché rappresenta il riscatto sportivo di una città e di una squadra che non vinceva una coppa europea da decenni (e non partecipava a una finale europea dal 1991).
Perché a guidarla c'è uno dei miei intellettuali di riferimento che ieri sera, in lacrime, ha di nuovo dato cibo alla mia mente dicendo che le vittorie più belle sono quelle che ottieni con le squadre che non sono state costruite per vincere.
Perché, da catenacciaro convinto (nel calcio come nella vita) penso che l'1 a 0 sia il risultato più bello di tutti. Ancora meglio se fai le barricate in difesa e gli avversari prendono due legni.
Perché il capitano di questa squadra è di Roma, ha 25 anni, si chiama Lorenzo Pellegrini, ha saltato l'Europeo dell'anno scorso per infortunio e chissà cosa avrà pensato mentre la Nazionale trionfava. La città non lo ha amato a lungo e nonostante l'enorme pressione del 'romanismo' ha giocato le partite decisive di quest'anno con una personalità forse superiore ad alcuni suoi illustri predecessori (se po di'?).
Perché ieri è entrato in campo Spinazzola, che ha vinto 'tutto' affrontando un calvario personale in mezzo.
Perché minimizzare la vittoria di una coppa 'minore' è come irridere un operaio perché ha ottenuto 100 euro in più al mese di stipendio. E in Italia, di amministratori delegati delle vittorie calcistiche, ce ne sono pochi in giro di questi tempi.
Dino Amenduni
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