Ma che Italia è mai questa?
Ma che Italia è mai questa, che dagli edifici dirimpetto a un carcere (quello di Marassi, a Genova) familiari e complici, amici e collusi possono lanciare indisturbati ai detenuti pacchi e pacchetti contenenti telefoni cellulari, e addirittura droga? La giustificazione: mancherebbero i fondi per allestire un servizio di sicurezza esterno alla struttura penitenziaria. Ricordate la barzelletta sul poliziotto di quartiere? Questa è ancora più bella, perché, udite udite, i pacchi non sono lanciati da finestra a finestra (della cella interessata) ma direttamente nel cortile della prigione durante l'ora d'aria. I secondini non parano, e nemmeno difendono. Forse vogliono essere promossi a terzini. La cancelliera Merkel ha telefonato alla Bce e ha chiesto che fine abbia fatto il rigore. Mario Draghi avrebbe potuto rispondere che il rigore non c'era, perché i secondini, i pacchi, non li hanno intercettati e anzi nemmeno sfiorati. Il vicesegretario del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), Francesco Migliorelli, ha però dichiarato, smentendolo:
"Abbiamo chiesto l'interessamento del Prefetto per coinvolgere anche il territorio in quello che stava diventando una vera emergenza alla quale ha ben risposto il personale di Marassi intercettando e sequestrando non solo telefonini ma anche considerevoli quantità di sostanze stupefacenti. In questo modo, cioè aumentando i controlli in quel tratto di strada che costeggia il muro del carcere, sicuramente si eviteranno lanci di oggetti vietati" (http://www.poliziapenitenziaria.it/public/post/lancio-di-cellulari-e-droga-nel-cortile-di-marassi-il-sappe-incontra-il-viceprefetto-3971.asp).
Viva l'Italia.
Massimo Arcangeli
Lancio di cellulari e droga nel cortile di Marassi: il Sappe incontra il Viceprefetto
Notizia del 31/08/2014 - GENOVA
Letto
I detenuti del carcere di Genova Marassi ricevono cellulari e droga che vengono lanciati dai palazzi vicini all'istituto di pena dai congiunti o dai complici che li tirano nel cortile durante l'ora d'aria. Una consuetudine "che sta diventando emergenza" ha detto il sindacato di polizia Sappe che sulla questione ha interessato la prefettura. Il prefetto pro tempore Paolo d'Attilio ha convocato il direttore del carcere Mazzeo per concordare linee di prevenzione.
Il Sappe incontra il Prefetto Vicario - "Interessante e costruttivo - così commenta la segreteria regionale del Sappe, il maggiore sindacato di categoria - l'incontro chiesto ed ottenuto con il Dr. Paolo D'Attilio Prefetto Vicario di Genova" "Il Vicario del Prefetto ha reso noto che a seguito della richiesta del Sappe ha convocato il Direttore dell'Istituto Dott. Salvatore Mazzeo concordando alcune linee di prevenzione. La problematica è stata anche già trattata dal Comitato per l' Ordine e la Sicurezza convenendo che quel tratto di strada sarà maggiormente controllata anche delle altre forze di Polizia".
Il Vice segretario del Sappe - Migliorelli commenta: "Abbiamo chiesto l'interessamento del Prefetto per coinvolgere anche il territorio in quello che stava diventando una vera emergenza alla quale ha ben risposto il personale di Marassi intercettando e sequestrando non solo telefonini ma anche considerevoli quantità di sostante stupefacenti. In questo modo, cioè aumentando i controlli in quel tratto di strada che costeggia il muro del carcere, sicuramente si eviteranno lanci di oggetti vietati".
ANSA
http://www.poliziapenitenziaria.it/public/post/lancio-di-cellulari-e-droga-nel-cortile-di-marassi-il-sappe-incontra-il-viceprefetto-3971.asp
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