lunedì 22 settembre 2014

Garlasco, i periti: «Quasi impossibile 
che Stasi non si sporcasse le scarpe»


Le indiscrezioni sulla nuova sperimentazione virtuale sulla camminata del ragazzo, unico imputato per l’omicidio di Chiara Poggi. In vista del processo di appello «bis»

Alberto Stasi lascia il Palazzo di Giustizia Milano, il 9 aprile 2014 (Ansa)
Alberto Stasi lascia il Palazzo di Giustizia Milano, il 9 aprile 2014 (Ansa)

C’era circa una possibilità su un milione che Alberto Stasi non si sporcasse le scarpe con il sangue di Chiara Poggi quando il 13 agosto 2007, secondo quanto il giovane ha sempre raccontato, ha trovato la fidanzata morta nella villetta in cui viveva a Garlasco. Sono queste le prime indiscrezioni che filtrano dall’incontro in corso all’Università di Bologna tra i periti della corte d’appello e i consulenti di accusa, difesa e parte civile, impegnati nell’esperimento virtuale sulla camminata dell’ex studente bocconiano come disposto dalla Cassazione che ha stabilito si faccia un nuovo processo d’appello dopo le due assoluzioni in primo e secondo grado. Secondo i periti, Stasi nello scoprire il corpo di Chiara sulle scale della villetta e nell’avvicinarsi per vedere se la ragazza fosse ancora viva come dichiarato, avrebbe dovuto sporcarsi le scarpe sui primi due gradini e sull’area antistante alle scale stesse.

Delitto di Garlasco, sette anni di processi e perizie in cerca della verità: la fotostoria

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«Una possibilità su un milione»
Il parziale esito della sperimentazione (l’elaborazione informatica dei dati dovrebbe concludersi martedì 23 settembre), illustrato a Bologna dai periti nominati dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano ai consulenti delle parti, ha stabilito che le possibilità di non intercettare le macchie di sangue sul pavimento dell’abitazione di Poggi sono ancora più ridotte rispetto a quelle indicate dagli esperti nominati del 2009 dal gup di Vigevano Stefano Vitelli. E questo perché l’esperimento sul percorso effettuato dal giovane è stato esteso, come chiesto dall’accusa e dalla parte civile, ai due gradini e alla zona antistante le scale su cui era riverso cadavere di Chiara. Cinque anni fa il professor Nello Balossino, esperto di elaborazione delle immagini dell’università di Torino, pur senza prendere in considerazione i due gradini imbrattati di sangue, aveva stabilito che, su 78mila simulazioni effettuate al computer, è risultato che Stasi aveva solo una possibilità di non calpestare sangue sulla scena del delitto. Ora le indiscrezioni parlano di una possibilità su un milione in relazione solo alla nuova zona analizzata, ma per avere dati precisi bisognerà attendere la relazione degli esperti nominati dalla Corte che arriverà entro il fine settimana.
La perizia sul capello e sul Dna maschile sotto le unghie
Intanto oggi il prof. Francesco De Stefano, ordinario del dipartimento di Scienza e Salute dell’Università di Genova, ha depositato ai giudici la perizia sull’esame mitocondriale del bulbo del capello corto castano trovato nel palmo della mano sinistra di Chiara (a causa dello scarso materiale a diposizione non è stato possibile avere informazioni) e sulle tracce di dna maschile individuate su alcuni frammenti di unghie della ragazza. Le analisi, che hanno portato a evidenziare solo 5 marcatori tutti compatibili con quelli di Stasi, hanno dato esiti considerati non sufficientemente attendibili: i marcatori in totale sono 17, ma per una validità in termini processuali ne servirebbero almeno la metà più uno.

http://www.corriere.it/cronache/14_settembre_22/garlasco-periti-quasi-impossibile-che-stasi-non-si-sporcasse-scarpe-53c81ffe-4275-11e4-8cfb-eb1ef2f383c6.shtml

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