Blocco stipendi degli statali, forze dell'ordine: "Il governo ci ha traditi. Sarà sciopero generale". Renzi: "No ai ricatti"
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Sono poliziotti, vigili del fuoco, finanzieri, guardie penitenziarie e forestali, carabinieri. Furiosi per l'annuncio inaspettato della ministra Marianna Madia: "Niente sblocco degli stipendi, nemmeno nel 2015". E ora minacciano lo sciopero generale, un evento che risulterebbe straordinario ma non inaspettato, visto che ciclicamente le forze dell'ordine lamentano gli scarsi stipendi, la mancanza di fondi, la gazzelle senza benzina. Non sono nemmeno troppo lontane le rivolte dei forconi del dicembre 2013, quando incredibilmente qualche poliziotto aveva solidarizzato con i manifestanti togliendosi il casco e il segretario generale del sindacato di polizia Siulp, Felice Romano, aveva detto all'HuffPost: "Non ce la facciamo più".
"Il governo ha tradito il personale in uniforme" hanno tuonato i segretari Gianni Tonelli (Sap), Donato Capece (Sappe), Marco Moroni (Sapaf) e Antonio Brizzi (Conapo) alla conclusione della Consulta Sicurezza, convocata oggi in fretta per discutere dell'impressionante retromarcia del governo. "Solo pochi giorni fa i ministri Alfano e Pinotti avevano rilasciato roboanti dichiarazioni alla stampa annunciando che vi erano le condizioni per sbloccare già in autunno le retribuzioni del personale delle forze armate e di polizia". E così: sciopero.
Tuttavia arriva la doccia fredda direttamente da Newport, dove Matteo Renzi è riunito nel summit della Nato. Lassù, mentre i grandi del mondo discutono della crisi ucraina e dei macellai dell'Isis, il premier trova il tempo per rispondere alla ribellione degli agenti italiani: "Riceverò personalmente gli uomini in divisa ma non accetto ricatti", ribatte in maniera muscolare. E aggiunge che gli sembra ingiusto sospendere il lavoro quando ci sono milioni di disoccupati. Non ha il tempo di approfondire la questione, il presidente del Consiglio, ma la condizione difficile con la quale le forze dell'ordine devono fare i conti è nota ormai da tempo.
Per loro il blocco degli stipendi anche per l'anno prossimo è un danno doppio "visto che, oltre ad avere contratti risalenti al 2009, la specificità delle carriere del nostro personale determina il doppio danno dovuto alla mannaia del tetto stipendiale del governo Monti che impone promozioni con assunzioni di responsabilità senza però corresponsione di nessun aumento retributivo".
Un "danno - continua la Consulta sicurezza - che si aggira per le qualifiche intermedie sui 400 euro netti mensili in meno per personale che quotidianamente è chiamato a garantire ordine e sicurezza pubblica e diritti dei cittadini anche a prezzo della vita. Da tempo chiediamo inascoltati una vera riforma della sicurezza che riorganizzi le troppe forze di polizia salvaguardando le rispettive specificità e professionalità, ed accorpi gli elefantiaci dipartimenti ministeriali per mettere a fattor comune con minore spesa pubblica le troppe poltrone romane che oggi non possiamo più permetterci, quando invece servono più uomini sul campo per dare più sicurezza ai cittadini".
Per questo, i rappresentanti della Consulta sicurezza chiedono al premier Renzi, e ai ministri Alfano, Pinotti, Martina e Orlando, "di ascoltare le nostre proposte di riforma e di risparmio oltre a di riconoscere con i fatti la specificità lavorativa sancita con la legge 183 del 2010. Per quanto riguarda Forze di Polizia e Vigili del Fuoco non ci faremo certo mettere a tacere dalla politica: oltre al presidio permanente con presenza quotidiana in piazza Montecitorio e ad un camper attrezzato che sta già girando tutta l'Italia per informare a dovere i cittadini - conclude la nota - attueremo quella che noi chiamiamo #piazzapermanente". I rappresentanti della Consulta sicurezza,dopo le dichiarazioni del ministro Madia, hanno annunciato lo "stato di agitazione permanente con ulteriori proteste eclatanti".
La protesta per il blocco degli stipendi è trasversale e riguarda, oltre ai sindacati di forze dell'ordine e vigili del fuoco, anche il Cocer interforze (Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di finanza). Insieme, le single sindacali annunciano uno sciopero generale "entro la fine di settembre", con "azioni di protesta" in tutta Italia e una "capillare attività di sensibilizzazione" dei cittadini sui rischi ai quali viene esposto il settore.
"Per la prima volta nella storia della nostra Repubblica - sottolineano sindacati e Cocer - siamo costretti a dichiarare lo sciopero generale" del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, "verificata la totale chiusura del governo ad ascoltare le esigenze delle donne e degli uomini in uniforme".
Le "numerose richieste di incontro rivolte al presidente del Consiglio sono rimaste inascoltate", denunciano sindacati e Cocer, mentre "i capi dei singoli Corpi e Dipartimenti e i relativi ministri hanno girato le spalle al proprio personale". "Quando abbiamo scelto di servire il Paese - scrivono i sindacati di polizia, Corpo forestale, penitenziaria, vigili del fuoco e Cocer interforze al termine della riunione servita a fare il punto della situazione dopo le dichiarazioni del ministro Madia - eravamo consci di aver intrapreso una missione votata alla totale dedizione alla Patria e ai suoi cittadini con condizioni difficili per mancanza di mezzi e di risorse. Quello che certamente non credevamo è che chi è stato onorato dal popolo italiano a rappresentare le istituzioni democratiche ai massimi livelli, non avesse nemmeno la riconoscenza per coloro che, per poco più di 1.300 euro al mese, sono pronti a sacrificare la propria vita per il Paese".
Per rispondere alla notizia del blocco degli stipendi statali, i poliziotti bolognesi hanno lanciato un altro tipo di blocco: quello degli straordinari. La protesta è stata lanciata dalle varie sigle di categoria (Siulp, Siap, Silp-Cgil, Ugl polizia, Coisp, Consap-adp e Uil polizia) e verosimilmente sarà ripresa in altri comuni italiani.
"È sotto gli occhi di tutti come le condizioni lavorative ed economiche dei poliziotti stiano raggiungendo livelli sempre più insostenibili", scrivono in una nota. Sono anni, proseguono, "che denunciamo il profondo stato di malessere dovuto al prolungamento di un blocco stipendiale che dura ormai da anni e che sta lentamente impoverendo un'intera categoria di lavoratori e sta svilendo le nostre indennità". A ciò "si aggiunge la consapevolezza di lavorare in contesti operativi sempre più difficili, con mezzi obsoleti e insicuri, in strutture fatiscenti che minano persino la dignità degli operatori".
Per "quello che ci riguarda, è ora di dare il nostro messaggio forte e chiaro" e "pertanto, anche nella provincia di bologna, come è già in corso in altri capoluoghi, finché non riceveremo risposte rapide ed esaustive" scatterà il blocco degli straordinari per servizi relativi all'ordine pubblico (piazza verdi, stadio, stazione e accompagnamenti da e per il cara). Stop anche ai i rinnovi delle deroghe agli orari non contrattualizzati e alla partecipazione alle commissioni.
"Sappiamo bene che si tratta di una decisione grave, ma è assolutamente necessaria ed è in linea con la gravità della situazione. Essa rappresenta solo il primo passo di una nuova e più incisiva fase di lotta sindacale ad oltranza anche in risposta alle dichiarazioni fatte ieri dal ministro Marianna Madia che annunciano il protrarsi del blocco dei contratti per il pubblico impiego".
http://www.huffingtonpost.it/2014/09/04/blocco-stipendi-polizia_n_5766630.html?ref=fbph
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