-Redazione- "Dovevo esserci io al posto di Davide Bifolco". E' quanto ha dichiarato il latitante Arturo Equabile, il ragazzo che i carabinieri di Napoli credevano fosse a bordo dello scooter su cui, invece, si trovava il 17enne ucciso da un colpo di pistola.
In un'intervista trasmessa a "Quarto Grado", il programma tv di Rete Quattro, Equabile ha raccontato la propria verità: "Quella sera il carabiniere aveva intenzione di sparare. Aveva in testa di uccidere, non di mettermi le manette e portarmi in carcere", ha spiegato. "Io quella sera mi trovavo a casa di mia nonna perché un’ora prima erano venuti i carabinieri a cercarmi e sono scappato. Tre-quattro pattuglie dei carabinieri avevano bloccato l’interno e l’esterno della casa. Tre di loro erano venuti vicino al portone principale e, con le pistole in mano, dicevano: “Bastardo apri! Ti abbiamo visto Equabile! Apri o ti dobbiamo sparare”. Vicino c’erano anche mia zia con i bambini… le dicevano di aprire, altrimenti avrebbero sparato”.
"Io sono scappato, sono rimasto sempre nel rione, ma mi sono spostato di due-tre isolati", ha poi raccontato nell'intervista andata in onda. "Dopo tre quarti d’ora-un’ora, ho avuto la notizia che nell’altro rione i carabinieri avevano tamponato e fatto fuori un ragazzo scambiandolo per Equabile Arturo, il latitante". "I carabinieri sono usciti proprio con l’idea di commettere un omicidio, quella sera", ha aggiunto. "Un carabiniere non si comporta così”,
"Certamente il carabiniere ha pensato che fossi io", ha proseguito ancora. "Dicono anche che quando hanno sparato, abbiano detto al ragazzo a terra, mentre gli mettevano le manette, 'Equabile, ti abbiamo preso!'".
Un resoconto che il ragazzo offre agli spettatori, prima di spiegare il motivo per cui non abbia intenzione di costituirsi: "Ho paura che mi possa succedere qualcosa, come a Stefano Cucchi, entrato per una dose di fumo e uscito morto dal carcere". Per questo "ho paura di presentarmi."
"Voi mi date la sicurezza che nessuno mi torce un capello?", ha chiesto. "Vi prendete voi la responsabilità per un ragazzo di 23 anni?" "Sono considerato latitante perché implicato in un semplice furto e ho evaso i domiciliari. Così non è vivere. Io ho paura. Sono un ragazzo di 23 anni e mi piace uscire", ha ribadito. "Non sono un latitante come vogliono far credere. Non ho precedenti, solo per un furto che non ho nemmeno commesso. Come non mi trovavo sul quel motorino quella sera. È la verità”, ha infine concluso.
http://www.articolotre.com/2014/09/bifolco-parla-il-latitante-equabile-volevano-uccidermi-hanno-solo-sbagliato-persona/
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