Cercavamo una porta per uscire. Eravamo prigionieri del buio. Pensavamo
di non farcela. Ci avevano detto che le finestre e le porte erano
murate. Che non esisteva un’uscita. Poi abbiamo sentito un flusso di
parole e di pensieri che veniva da chissà dove. Da fuori. Da dentro.
Dalla Rete, dalle piazze. Erano parole di pace, ma allo stesso tempo
parole guerriere. Le abbiamo usate come torce nel buio, come chiavi da
girare nella serratura per andare altrove, in posti sconosciuti, verso
noi stessi. E ora siamo fuori, siamo usciti nella luce e non ci siamo
ancora del tutto abituati. Stringiamo gli occhi e, anche se sappiamo che
stiamo percorrendo l’unica via possibile, abbiamo qualche timore, ed è
normale. Quello che sta succedendo ora in Italia non è mai successo
prima nella storia delle democrazie moderne. Una rivoluzione
democratica, non violenta, che sradica i poteri, che rovescia le
piramidi. Il cittadino che si fa Stato ed entra in Parlamento in soli
tre anni. Abbiamo capito che eravamo noi quella porta chiusa, che le
parole guerriere erano da tempo dentro di noi, ma non volevano venire
fuori, pensavamo di essere soli e invece eravamo moltitudine. E adesso
siamo sorpresi che così tante persone a noi del tutto sconosciute
avessero i nostri stessi pensieri, le nostre speranze, le nostre
angosce. Ci siamo finalmente riconosciuti uno nell’altro e abbiamo
condiviso parole guerriere. Parole che erano state abbandonate da tempo,
di cui si era perso il significato, sono diventate delle armi potenti
che abbiamo usato per cambiare tutto, per ribaltare una realtà
artificiale dove la finanza era economia, la menzogna era verità, la
guerra era pace, la dittatura era democrazia. Parole guerriere dal suono
nuovo e allo stesso tempo antichissimo, come comunità, onestà,
partecipazione, solidarietà, sostenibilità si sono propagate come
un’onda di tuono e sono arrivate ovunque annientando la vecchia
politica. Siamo diventati consapevoli della realtà. Sappiamo che
possiamo contare solo sulle nostre forze, che il Paese è in macerie e
che quello che ci aspetta sarà un periodo molto difficile, ci saranno
tensioni, problemi, conflitti, ma la via è tracciata. L’abbiamo trovata
questa via e ci porta verso il futuro, un futuro forse più povero, ma
vero, concreto, solidale e felice. C’è una nuova Italia che ci aspetta.
Sarà bellissimo farne parte.
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