domenica 22 luglio 2012

Pacco bomba a Ostia, non poteva esplodere

L'ordigno, trovato vicino alle cabine, forse una intimidazione opera della criminalita'

  La spiaggia di Ostia

 

di Lorenzo Attianese

Un ordigno a qualche metro da famiglie e giovani sotto l'ombrellone. E l'ombra della criminalità arriva in spiaggia, probabilmente con un' intimidazione nei confronti dei proprietari di uno stabilimento balneare. Sono stati minuti di panico e sconcerto quelli vissuti dai bagnanti del litorale romano di Ostia, dove oggi un pacco bomba, per fortuna senza un reale innesco, è stato trovato all'interno di un lido. Ad allertare il 113 è stata una chiamata anonima su cui la polizia sta indagando per cercare di capire da dove è stata effettuata. Quasi in contemporanea, un bagnino addetto alla manutenzione, dopo aver notato dietro le cabine dello stabilimento una busta di cartone sospetta, ha avvertito un poliziotto del Commissariato di Ostia libero dal servizio, presente nello stabilimento. L'agente, accertando la presenza di materiale potenzialmente pericoloso, ha messo in sicurezza la zona, allontanando immediatamente i bagnanti che nel frattempo si erano avvicinati. Quando gli artificieri della Questura sono arrivati al lido 'El Capanno', tra la paura dei bagnanti che abbandonavano la spiaggia o si rifugiavano in mare, hanno trovato nella busta di carta un ordigno formato da un cilindro nero contenente chiodi e bulloni e collegato a dei fili con un cellulare, assieme a un piccolo quantitativo di polvere, probabilmente pirica.
Ma la sospetta 'bomba' non poteva esplodere, perché nessuno avrebbe potuto innescarla: il telefonino era privo di scheda e di batteria. Un gesto dimostrativo, un'intimidazione. E' questa l'ipotesi più probabile. Chi ha piazzato l'ordigno voleva mandare un messaggio chiaro, molto probabilmente nei confronti dei proprietari dello stabilimento. E forse non era la prima volta. Già nel 2005 il lido El Capanno fu colpito da un incendio che distrusse il ristorante, ricorda il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, lanciando l'allarme criminalità sul litorale romano. All'epoca si parlò di fiamme provocate da un corto circuito, ma é possibile che i due episodi, anche se a distanza di anni, siano connessi. Forse una storia di usura o estorsioni, un fenomeno che di certo non rappresenta una novità per alcuni dei gestori dei stabilimenti balneari del litorale romano, che lo scorso anno è stato anche teatro di una serie di fatti di sangue con omicidi e ferimenti. L'episodio pare comunque non essere collegato a un altro fatto inquietante avvenuto la scorsa notte sempre nella Capitale. Due petardi, poi esplosi, sono stati lanciati contro una caserma dei carabinieri, in occasione dell'anniversario della morte Carlo Giuliani, il giovane ucciso durante il G8 del 2001. I petardi hanno raggiunto il cortile esterno della caserma Roma-Medaglie d'Oro e di fronte alla caserma è stata fatta la scritta: "Carlo vive, sbirri infami". I carabinieri stanno vagliando le telecamere per tentare di identificare i responsabili. Un episodio che ha scatenato la condanna del gesto e la solidarietà all'Arma, in particolare da parte dei presidenti del Regione Lazio e della Provincia di Roma, dal sindaco della Capitale e dal Prefetto (ANSA)

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