Fusilli spaziali, le infinite possibilità del wi-fi dimostrate da uno studio italiano
di Giuditta Mosca 5 marzo 2012
Sono stati soprannominati "fusilli spaziali", e sono frutto di una prima mondiale ottenuta a Venezia grazie agli sforzi profusi da un team di ricercatori dell'Università di Padova. La scritta che appare nella fotografia "segnale ricevuto" è il risultato apparso sulla facciata di Palazzo Ducale, a Venezia, che conferma il successo dell'esperimento sulle onde vorticose, lasciando così ampio spazio a nuove prospettive sia in materia di telecomunicazioni sia in ambito della fisica.
Fabrizio Tamburini dell'Università di Padova, per meglio illustrare il concetto di onde elettromagnetiche attorcigliate attorno al proprio asse usa la parola "fusilli", che meglio richiama alla mente la forma di propagazione che queste assumono. L'esperimento in sé è stato effettuato con un ponte radio tra l'isola di San Gregorio e il Palazzo Ducale facendo uso di un'infrastruttura di invio e ricezione per onde radio a 2,4 gigaHertz di frequenza, capace di inviare due segnali diversi, di diversa frequenza in contemporanea e di captarli a 442 metri di distanza, dopo averli opportunamente scomposti.
La struttura elicoidale dei "fusilli" offre infinite possibilità – nello spettro di una determinata frequenza – di creare canali indipendenti con basso impatto di sovrapposizione, con enorme beneficio per le telecomunicazioni. Un risultato che apre nuove prospettive anche nel campo della fisica: Tamburini stesso sottolinea che i risultati ottenuti potranno essere utilizzati per misurare la rotazione del buco nero posto al centro della Via Lattea.
Studio e test sono stati effettuati da ricercatori italiani dell'Università di Padova in collaborazione con un team svedese dell'Angstrom Laboratory e il risultato è stato pubblicato sul New Journal of Physics. Assieme a Fabrizio Tamburini hanno lavorato i ricercatori: Antonio Bianchini, Elettra Mari, Filippo Romanato, Bo Thidé e Anna Sponselli.
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