venerdì 3 febbraio 2012

Giornata dei consacrati





 
 
 
 Grande successo televisivo per le serie "Don Matteo" e Che Dio ci aiuti" con share altissimi. Vi siete chiesti il perchè? Perchè narrano vicende, raccontano emozioni, scoprono le vite (seppur romanzate da religiosi investigatori), di chi ha consacrato la vita a Dio ed ai fratelli, di chi insegna il perdono e l'amore per il prossimo e di chi lo mette in pratica. Siete mai stati in contatto con persone convinte della propria scelta, del proprio cammino, convinte di aver scelto di consacrare la propria vita a Dio? Se non lo avete fatto fatelo presto, nessuno può dare emozioni forti e pace nel cuore come una suora od un sacerdote che amano quello che fanno e rispettano ciò che hanno scelto. Sorridono i loro cuori e di riflesso i loro visi trasmettando tale serenità a chi vi è a contatto. 
A questo proposito ecco la giornata della vita consacrata.
 


In una società che si va sempre più secolarizzando, dedicare una giornata mondiale alla vita consacrata può apparire un anacronismo; ma proprio per questo si rivela tanto più necessario. Anzitutto per richiamare l’attenzione dei cristiani e degli stessi consacrati sul valore, il significato e il fine della loro esclusiva consacrazione a Dio. I consacrati – uomini e donne – saranno, ovviamente, nella Chiesa quelli più direttamente impegnati nell’opera educativa. Perché il loro insegnamento abbia efficacia dovrà consistere soprattutto in una coerente testimonianza di vita.
L’educazione alla vita buona del Vangelo richiede perciò che il libro di testo sia ampiamente illustrato. Le immagini vive dovrebbero proprio essere quelle delle persone consacrate che i ragazzi, i giovani e i cristiani di ogni età hanno davanti agli occhi nella vita quotidiana. Questo comporta che le immagini corrispondano al testo del Vangelo, ossia alla vita di Gesù. In coloro che per una vocazione speciale sono stati chiamati a seguirlo «più da vicino», come gli apostoli, si devono vedere i tratti essenziali del Cristo, della sua santità, della sua divina bellezza.
Nel messaggio della Commissione episcopale per il clero e la vita consacrata vengono opportunamente richiamate le quattro note fondamentali costitutive della vita cristiana di cui i consacrati devono essere modello: il primato di Dio, la fraternità, lo zelo divino, lo stile di vita.
Dal primo posto dato a Dio nell’esistenza cristiana scaturisce l’accoglienza di tutti gli uomini come fratelli e l’impegno assiduo nel «presentare all’umanità di oggi così dispersa e divisa» il volto della Chiesa, quale famiglia di Dio, comunione d’amore. I consacrati che vivono in autentiche comunità fraterne possono essere segno di speranza per tutta l’umanità che soffre di interminabili e devastanti conflitti.
Ma per realizzare questa credibile e consolante testimonianza è necessario il buon zelo, l’amore divino, ossia il fuoco dello Spirito acceso nei cuori dei credenti. Soltanto con un ardente amore per Dio e per il prossimo si può cambiare la società vincendo il male con il bene, mettendo pace dove c’è guerra, amore dove c’è odio. Ne consegue uno stile di vita diversa da quella che domina la scena del mondo in cui prevalgono l’egoismo, l’orgoglio, la concupiscenza e tutto il corredo delle passioni che rendono schiavo l’uomo assetato, per assurdo, di libertà.
Nei consacrati, deve potersi vedere Gesù povero, umile, obbediente, gratuito, accogliente. In una parola: santo, irradiante lo splendore della gloria del Padre fin sulla croce. Lì, infatti, si è manifestato il più grande, misericordioso, gratuito amore. Amore per il Padre e amore per i fratelli. Non è ammissibile, oggi, una vita cristiana, ancor più se consacrata, che sia mediocre e facile al compromesso con la mentalità del mondo. È Gesù stesso che spinge fortemente all’eroico quotidiano per poter vivere nel mondo senza essere del mondo. E questo perché il mondo stesso sia conquistato a Dio, si lasci trasformare e consacrare dalla presenza del Cristo consacratore del cosmo.

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