Ieri a “Porta a Porta” è andata in scena una scena surreale, fantozziana e oltre.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani si è presentato in studio con l’aria di uno che spiegava uno dei fatti diplomatici e degli attacchi alla democrazia più gravi degli ultimi anni come se fosse al bar.
E, di fronte alle domande incalzanti di Antonio Polito (che all’improvviso, di fronte al silenzio di Vespa, sembrava un misto tra Enzo Biagi e Giorgio Bocca), ha balbettato cose vaghe, incomprensibili o vere e proprie genuflessioni pubbliche a Israele.
“L’abbordaggio è avvenuto o no in acque internazionali?” ha chiesto a un certo punto Polito.
Risposta di Tajani:
“Credo che, forse, è avvenuto in acque internazionali, ma molto vicino alla zona dove c’è il blocco navale”.
“Cioè, il blocco comincia in acque internazionali? E secondo il governo il blocco è illegale?” ha incalzato Polito. Polito, eh…
E qui Tajani ha dato una di quelle risposte che rimarrà una pietra di inciampo della pavidità, dell’ipocrisia e del dilettantismo al potere per i prossimi tre secoli.
“Quello che dice il diritto internazionale è importante, ma fino a un certo punto… Lì c'è uno scenario di guerra. Israele non poteva permettere che qualcuno violasse il blocco navale".
In sette secondi il ministro Tajani ha demolito 80 anni di diritto internazionale. Senza che Vespa alzasse un sopracciglio.
Più ancora chiaramente, ha appena ammesso davanti a milioni di italiani che Israele ha torto, ma che loro non lo possono dire.
O non hanno le pal** per farlo.
Io mi vergogno per lui, per loro, perché loro non conoscono vergogna.

Nessun commento:
Posta un commento