martedì 17 giugno 2025

Avanti, sindaca Salis.

 


Quanto sta emergendo in queste ore è di una gravità inaudita.


A Genova, durante la campagna elettorale, la destra avrebbe messo in piedi un vero e proprio piano per colpire Silvia Salis, candidata del centrosinistra, con l’unico obiettivo di affossarne la candidatura.


Secondo la Procura, nei giorni più caldi delle elezioni comunali, l’esponente di Fratelli d’Italia Sergio Gambino avrebbe ordinato al comandante della Polizia municipale – da lui nominato – di costruire un vero e proprio dossier.


Il “materiale”? Un vecchio verbale secretato su un incidente stradale, mai reso pubblico prima. A pubblicarlo, guarda caso, è stato “La Verità”, il giornale di Belpietro. Proprio nei giorni decisivi del voto. Una manovra sporca, a orologeria.


Ma c’è di più. Appena uscita la “notizia”, Gambino si fionda sui social per rilanciarla, dicendo testualmente:

“Come può pensare di guidare una città responsabilmente, se non sa farlo nemmeno con un’automobile?”.


E ancora, con tono solenne: “Leggendo la rassegna stampa scopriamo che Salis è indagata per aver investito una donna passando con il rosso. Ma oggi ci parla di sicurezza stradale”.


Peccato che fosse tutto falso. Salis non era passata con il rosso, ma con il verde. E soprattutto: Gambino non lo aveva “letto sui giornali”. Era stato lui stesso – dice la Procura – a passare quell’informazione al giornale amico.


Uno schema già visto: la finta notizia creata ad arte, il documento riservato fatto uscire illegalmente, il “megafono” mediatico affidato al solito giornale amico, pronto a diffondere fango, senza alcun riscontro, per colpire una donna colpevole solo di essere competente, libera e stimata.


Tutto infondato, tutto architettato. Ma abbastanza per provare a condizionare un’elezione.


Ora la giustizia farà il suo corso. Ma intanto sarebbe bene che la politica cominciasse a rispondere: Giorgia Meloni condivide questa idea di “campagna elettorale”? 


Perché ci sarebbe un limite a tutto. Anche alla vergogna. 


Avanti, sindaca Salis.

Abolizione del suffragio universale 

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