Ali Wajd è stato il primo – fra 12 ragazzi che hanno detto «basta» allo sfruttamento del caporalato nelle vigne astigiane – a trovare un lavoro. «A 30 anni ho ricominciato a vivere. Qui sto bene, non sono sempre stanco come prima». Ora guadagna un buono stipendio, ha due giorni liberi a settimana e soprattutto ha un contratto legale. Ali ha iniziato a lavorare come lavapiatti nel ristorante Vicolo Battisti di Asti, ma le sue ambizioni non si fermano qui: «Voglio imparare tutto e un giorno mi piacerebbe salire di livello nella cucina». Anche se ora può permettersi di pensare «in grande», ha un sogno nel cassetto da realizzare: «Sto studiando per ottenere la patente. Un giorno mi piacerebbe andare a Roma a vedere il Colosseo con la mia macchina». […]
Il racconto integrale di Thomas Usan è su La Stampa

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