Guardate dove siamo arrivati.
Politica, media, istituzioni: tutti contro una ristoratrice napoletana che ha avuto il coraggio di indignarsi per il genocidio in Palestina.
E mentre Israele approva un piano per conquistare tutta la Striscia di Gaza, qui parte la caccia alla ristoratrice.
Il caso è finito addirittura in Procura. La Digos, i carabinieri: tutti mobilitati.
Per cosa? Perché una cittadina, Nives Monda, ha reagito a due turisti israeliani che, nel suo locale, giustificavano un genocidio.
Nessuna discriminazione preventiva, nessun cartello “vietato l’ingresso”, ma una presa di posizione netta contro l’apartheid e l’occupazione all’interno del suo locale.
Guardate come stanno reagendo.
1. Partiamo dalla politica nazionale.
Ivan Scalfarotto si lancia nella crociata da tastiera: “A proposito dell’infame episodio dei clienti israeliani cacciati da un ristorante di Napoli, ho presentato già nel febbraio del 2024 un disegno di legge che allarga le tutele antidiscriminatorie previste per le discriminazioni sul lavoro anche alla fornitura di beni e servizi. A nessuno dovrebbe essere rifiutata la fornitura di un qualsiasi bene o di un servizio sulla base di una sua caratteristica personale”.
Ma Scalfarotto sa di cosa parla? Perché nessuno è stato cacciato per la propria origine. I due turisti sono stati allontanati dopo aver legittimato l’ecatombe di civili a Gaza.
Quella stessa Gaza che conta ormai 50.000 morti, tra bambini, donne e anziani.
Nessun commento:
Posta un commento