giovedì 1 maggio 2025

LAVORO: MELONI CELEBRA UN MILIONE DI POSTI PRECARI. IL VERO RECORD È QUELLO DEI SALARI BASSI E DIRITTI NEGATI

 


In occasione del Primo Maggio, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha rivendicato la creazione di oltre un milione di posti di lavoro in due anni e mezzo di governo, definendo questo risultato un "record storico" per l'occupazione italiana. 


Tuttavia, i dati presentati nel recente rapporto della Fondazione Di Vittorio, pubblicato dalla CGIL, dipingono un quadro ben diverso. Secondo lo studio, la crescita dell'occupazione si è concentrata principalmente in settori a bassa qualificazione e bassi salari, con un aumento significativo dei contratti a termine e del part-time involontario. In particolare, i contratti a termine e part-time rappresentano ormai quasi il 30% degli occupati, colpendo soprattutto giovani, donne e laureati. 


Inoltre, tra il 2008 e il 2024, i salari reali medi in Italia sono diminuiti del 9%, mentre in Germania e Francia si è registrato un aumento rispettivamente del 14% e del 5%. Questo declino salariale, unito alla crescente precarietà, ha alimentato un circolo vizioso di bassa produttività e crescita stagnante, aggravando le disuguaglianze sociali e spingendo molti giovani a cercare opportunità all'estero. 


Insomma, altro che record storico: quello che Meloni celebra è un disastro sociale. Il suo governo difende i profitti, non le persone. Mentre le imprese fanno utili record, come certificato recentemente dall'Area studi di Mediobanca, i lavoratori sprofondano nella povertà. 


Questa è la vera "patria" che hanno in mente: quella dei padroni che produce solo  miseria e precarietà per chi lavora. Pertanto, denunciamo l'ipocrisia del governo Meloni, che celebra numeri privi di sostanza mentre ignora le reali condizioni dei lavoratori italiani. 


È necessario un cambio di rotta che metta al centro il lavoro stabile, dignitoso e adeguatamente retribuito, attraverso l'abolizione del Jobs Act, l'introduzione di un salario minimo legale di almeno 10 euro all'ora e investimenti nei servizi pubblici per garantire diritti e tutele a tutti i lavoratori.


Giovanni Barbera

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