"Il Bayern Monaco segnò all’83’ minuto della finale di Champions League portandosi sull’1-0 contro il Chelsea; la mia squadra.
Qualche secondo dopo, ero nel cerchio di centrocampo aspettando che i giocatori del Bayern finissero di festeggiare il goal che pensavano che gli avrebbe fatto vincere il match.
Didier Drogba si avvicinò a me per riprendere il gioco.
Lui non piegava mai la testa verso il basso, non sembrava mai scoraggiarsi, ma in quel momento lo fece. E non capivo perché.
Poggiai la mia mano sulla spalla di Didier e gli dissi: "Guardati intorno, Didier. Guarda dove siamo. Per favore, non preoccuparti. Continua a crederci… Semplicemente credici".
Per qualche ragione, continuavo a pensare: "Siamo destinati a vincerla".
Didier mi disse: "Ok, Juan. Let’s go!"
Didier ed io sapevamo che avevamo bisogno solo di una chance. E, cinque minuti dopo, ne avemmo una. Guadagnammo un corner. Io posizionai la palla e Didier corse verso il primo palo.
Ricordate, sì?
Dopo aver segnato il pareggio… Già sapevo come sarebbe andata. Anche quando andammo ai calci di rigore, sapevo che avremmo vinto.
E, quando Didier andò a calciare l’ultimo rigore, ero sicuro che avrebbe segnato.
Penso che l’espressione sul suo volto, dopo aver spedito la palla dentro, dicesse tutto. Non sapeva se piangere o sorridere.
Era stupefatto, come lo eravamo tutti.
Mentre festeggiamo, guardai i compagni di squadra che avevo attorno, e vidi il bello del calcio. Un portiere proveniente dalla Repubblica Ceca. Un difensore proveniente dalla Serbia, e un altro dal Brasile. Centrocampisti dal Ghana, dalla Nigeria, dal Portogallo, dalla Spagna e dall’Inghilterra.
E, naturalmente, un incredibile attaccante proveniente dalla Costa d’Avorio.
Venivamo da tutto il Mondo, alcuni erano cresciuti durante la guerra.
Alcuni erano cresciuti in povertà.
Ma in quel momento eravamo lì in Germania, tutti insieme, come Campioni d’Europa".
[Juan Manuel Mata]
La magia del calcio... ❤
Fonte: theplayerstribune

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