Oggi, 25 aprile, il popolo antifascista è tornato in piazza in tutta Italia. Una mobilitazione ampia, partecipata, determinata. Una giornata che non si vedeva da tempo, carica di emozione, memoria, solidarietà e lotta. Tantissime persone, giovani e meno giovani, hanno voluto ribadire con forza che la Resistenza non è un ricordo del passato, ma un valore vivo, attuale, necessario.
Eppure, mentre le piazze si riempivano di bandiere, sorrisi, canti partigiani e rivendicazioni sociali, la stampa della destra – in perfetto stile revisionista e provocatorio – ha cercato di riscrivere la realtà, raccontando un altro film: quello di una giornata segnata da incidenti, da "rossi" pericolosi e da militanti filo-palestinesi intenti a creare disordini.
Ma che film hanno visto? Quale realtà stanno cercando di costruire? In quale paese vivono?
La verità è semplice e sotto gli occhi di tutte e tutti: oggi il 25 aprile è tornato ad essere una festa popolare e combattiva. E il fastidio della destra nasce proprio da qui. Non sopportano che il significato originario della Liberazione torni a risuonare forte nelle strade, insieme alle parole d’ordine della pace, della giustizia sociale e della libertà per i popoli oppressi – Palestina inclusa.
Denunciamo con forza questo ennesimo tentativo di avvelenare il clima nel paese, di criminalizzare il dissenso, di screditare ogni forma di mobilitazione. È evidente che si sta preparando il terreno per un nuovo giro di vite sugli spazi di agibilità democratica, per colpire le voci che non si piegano al pensiero unico di guerra, sfruttamento e repressione.
Noi saremo sempre dalla parte di chi resiste, di chi costruisce alternativa, di chi difende la Costituzione nata dalla Resistenza.
Giovanni Barbera

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