Tra i venti minuti di Cagliari, i sorrisi durante gli allenamenti, le voci discordanti sull'andamento della trattativa con l'Arabia.
Quello che succederà non lo sappiamo, ma quello che è chiaro è che, dal punto di vista della gestione sportiva e comunicativa, l'operato societario è stato in questa circostanza imbarazzante.
Imbarazzante perché è chiara la volontà della società di mandarlo via, ma nessuno ha il coraggio di forzare il giocatore per paura della reazione della piazza. E allora si aspetta, lo si mette nelle condizioni, gli si dà tutto il tempo del mondo affinché Paulo dica sì ad un'offerta che lo farebbe sedere su una montagna d'oro.
Imbarazzante perché il 20 agosto, a campionato iniziato, non sai ancora se affronterai la stagione con l'unico fuoriclasse che hai in rosa.
Si naviga a vista, si improvvisa, si spera. Ma se volesse, dopo giorni di tentennamento, la Roma potrebbe comunicare a Dybala che è stato tolto dal mercato, e non crediamo che lui opporrebbe resistenza.
Invece si aspetta, sperando che accetti per scaricare la colpa sul giocatore.
E a perderci, alla fine, è sempre la Roma. La nostra Roma. Altro che il suo bene.
Il primo, e speriamo l'unico, effetto negativo della vicenda si è già manifestato, lasciando sul campo della Sardegna Arena due punti che, a lungo andare, peseranno come un macigno.
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