domenica 3 marzo 2024

Alvaro Chiorri

 


«Non ne potevo più del calcio. Quella non era la vita che volevo vivere. Quelle regole, quelle attese, quelle pressioni. A novembre parto per Cuba per una vacanza di venti giorni e sono rimasto 24 anni». 


Nato nel ’59, l’anno della rivoluzione di Fidel Castro, Cuba era nel destino di Alviero Chiorri, genio del calcio italiano anni Settanta e Ottanta. Raccontò la depressione, segnava gol incredibili, si ritirò integro e giovane. 


Una volta raccontò la sua prima. «L’esordio in Coppa Italia contro la Fiorentina. Ero un ragazzino incosciente, mi marcava Roggi ma non mi prendeva mai, quel giorno mi riusciva di tutto. Mi si avvicinò Antognoni: “Ragazzì ora basta, falla finita, hai rotto i cojoni»


Auguri Alviero.


Massimo Angelo Pastorino 

Pastorino, a parte l'amore di noi cremonesi per il Magico, ecco alcune considerazioni di personaggi del calcio dal curriculum importante:

Bernardini: se Chiorri avesse avuto un decimo del cervello di una persona normale sarebbe stato il più grande di tutti

Bersellini: Alviero e' nato per giocare infatti nel passaggio all'Inter l'allenatore lo vorrebbe con sé ma Mantovani si oppone fermamente.

Olivieri: Baggio e Mancini erano forti ma Alviero di più .

Nelle sue giocate c'era l'artista, il poeta, lo scultore e anche i tifosi se n'erano accorti.

Lippi: qualità tecniche ed atletiche a livello dei più grandi.

Chiorri non era sopravvalutato era semplicemente MAGICO!


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